Ora sappiamo la verità sulle ultime parole dell’equipaggio del Titan: i risultati dell’indagine
C'è qualcosa nelle tragedie che ci spinge a volerne sapere di più. Un fascino morboso che ci tiene incollati e che, forse, ci fa credere un po' a tutto. Per esempio che della tragedia del Titan, il sottomarino che il 18 giugno 2023 è imploso probabilmente per colpa di alcuni errori di costruzione basilari mentre si immergeva nelle acque dell'Atlantico, ci sia una sola sopravvissuta: la trascrizione delle ultime comunicazioni dell'equipaggio con la nave madre.
"Appena siamo arrivati a 3.457 metri abbiamo sentito ancora suoni a poppa". Questa sarebbe l'ultimo messaggio arrivato dal sottomarino alle 9.46. Poi, per undici minuti la nave Polar Prince avrebbe cercato una risposta da parte del Titan, senza però ricevere nulla se non silenzio. Ma la trascrizione che è diventata virale nei mesi successivi alla tragedia sarebbe tutta una bufala secondo il team americano che è stato incaricato di svolgere le indagini.
Perché la trascrizione dell'ultima comunicazione del Titan è un falso
Alle 7:52 il primo messaggio dalla Polar Prince: "Via libera per la discesa. Godetevi il giro". Per oltre un'ora e mezza tutto va bene, poi il primo campanello di allarme dal Titan. "Abbiamo notato un allarme dal sistema di monitoraggio". Da lì, una serie di botta e risposta con la nave madre, fino alla decisione di risalire in superficie. Alla fine, i sette messaggi senza risposta della Polar Prince.
Ma nulla di questo scambio sembra essere vero. Il risultato dell'indagine del governo americano parla chiaro: non ci sono prove che l'equipaggio fosse consapevole dell'imminente implosione del sottomarino. L'incidente, insomma, potrebbe essere stato improvviso e non avrebbe lasciato scampo ai cinque che viaggiavano in direzione del Titanic, che oggi si trova a poco più di 3.800 metri di profondità.
Le bufale sull'incidente del Titan
"Sono sicuro che si tratta di una falsa trascrizione: è stata inventata", ha detto al New York Times il capitano Jason D. Neubauer, un membro della guardia costiera americana in pensione e che ora è a capo della Marine Board of Investigation. Il team investigativo incaricato dal governo federale statunitense, inoltre, sarebbe in possesso delle vere trascrizioni delle ultime comunicazioni fra il sottomarino e la nave madre.
E anche se non si conosce l'esatto contenuto dei messaggi inviati prima della tragedia, perché sono ancora coperti dal segreto a causa dell'investigazione, il significato è evidente: nelle comunicazioni originali non si coglierebbe nessun senso di pericolo. Verrebbe confermata l'ipotesi per cui l'implosione è stata così veloce da uccidere all'istante tutti i passeggeri. "Non lo rende meno doloroso per i parenti delle vittime, ma può aiutare", ha aggiunto il capitano Neubauer.
Non è la prima bufala che viene raccontata sulla vicenda del Titan. Subito dopo la sparizione del sottomarino, mentre ancora si conducevano le ricerche nella speranza che fossero ancora vivi, si era parlato di un rumore come di colpi ritmati registrato dai radar e che, a posteriori, era stato attribuito a un possibile SOS del sottomarino. Ma anche in quel caso la teoria è stata smentita, questa volta dalla marina militare americana.