Ora possiamo leggere i segreti dei papiri bruciati di Ercolano: la scoperta dell’IA
Il ruolo dell’intelligenza artificiale nella ricerca scientifica è destinato a crescere. Lo hanno dimostrato i Nobel dati nell’ultimo anno. Quello per la Fisica è stato dato a John Hopfield e Geoffrey Hinton per gli studi sulle reti neurali, la scoperta alla base degli algoritmi che muovono l’intelligenza artificiale. Non solo. Anche il Nobel per la chimica è andato a due scienziati che lavorano con l’intelligenza artificiale: Demis Hassabis e John Jumper, entrambi studiano la struttura delle proteine con il progetto Google DeepMind.
Per questo la CNN ha dedicato un lungo reportage che riprende tutte le scoperte fatte con l’intelligenza artificiale nel 2024. Dalle nuove incisioni trovate nel deserto di Nazca alle analisi sul linguaggio delle balene. Il primo caso citato in questo reportage riguarda però uno studio su reperti italiani: i papiri di Ercolano.
Cosa c’è scritto nei papiri di Ercolano
A guardarli bene sembra impossibile leggerci qualcosa. I papiri di Ercolano sono stati ritrovati nella Villa dei Papiri, anche loro sono stati inceneriti dall’eruzione del Vesuvio del 79 d. C. In tutto sono 1.800, in diversi stati di conservazione. Alcuni sono stati aperti letti altri invece potrebbero distruggersi appena presi in mano.
Per i campioni non ancora decifrati l’Università dei Kentucky ha aperto la Vesuvius Challenge, un progetto che punta ad analizzare il contenuto dei papiri con l’intelligenza artificiale. L’idea è quella di usare algoritmi basati sull’apprendimento automatico per analizzare i risultati delle analisi a Raggi X.
Nell’ottobre del 2023 era stata decifrata una singola parola: “Porpora”. E successivamente sono stati analizzati 2.000 caratteri, divisi in 11 colonne di testo. Nella pergamena analizzata fino a questo momento ci dovrebbe essere un testo filosofico mai svelato fino a questo momento: attribuito a Filodemo di Gadara, filosofo greco del I secolo a.C.