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Intelligenza artificiale (IA)

Ora l’intelligenza artificiale può clonare la tua personalità: “Basta una chiacchierata di due ore”

Gli agenti di simulazione sono stati testati da un gruppo di ricercatori di Stanford e Google DeepMind e potrebbero essere utilizzati dagli utenti per programmare viaggi, appuntamenti o partecipare a riunioni.
A cura di Elisabetta Rosso
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In un futuro nemmeno troppo lontano avremo una copia di noi stessi, un clone artificiale che pensa, parla, reagisce come noi. Per realizzarlo basta parlare un paio di ore con un modello di intelligenza artificiale. Raccontare i ricordi dell'infanzia, il primo amore, il lavoro che fai e le tue opinioni politiche. Una volta elaborati i dati la replica virtuale è pronta. Gli agenti di simulazione sono stati testati dai ricercatori di Stanford e Google DeepMind che hanno pubblicato un nuovo studio su arXiv (non è ancora stato sottoposto a revisione paritaria).

Joon Sung Park, dottorando in informatica di Stanford, ha reclutato 1.000 persone diverse per età, sesso, etnia, istruzione e ideologia politica. Il team ha prima clonato i partecipanti con interviste di due ore e poi chiesto al gruppo di completare sondaggi e giochi di logica, gli stessi test sono stati compilati anche dagli agenti IA addestrati con i dati raccolti. I risultati erano simili dell'85%. "Sono piccole copie che corrono in giro e prendono decisioni che potresti prendere tu, penso che questo sia in definitiva il futuro", ha spiegato Park.

L'obiettivo degli agenti di simulazione è aiutare i ricercatori a condurre studi e esperimenti sociali che altrimenti sarebbero costosi o eticamente discutibili se condotti su soggetti umani reali.  Non solo, potrebbero anche essere utilizzati dagli utenti per programmare viaggi, appuntamenti o partecipare a riunioni. I cloni in ambito medico permetterebbero poi di sperimentare terapie, costruire un monitoraggio su misura e anche un'assistenza sanitaria personalizzata. I futuristi, con uno sforzo di immaginazione, pensano anche a gemelli digitali in grado di sopravvivere dopo la morte e interagire con la nostra discendenza. 

Come vengono creati i cloni artificiali

Per creare gli agenti IA i ricercatori hanno condotto interviste qualitative, secondo Park, il modo più efficiente per conoscere qualcuno. "Immaginate che un individuo abbia appena avuto il cancro ma sia finalmente guarito dopo un anno. Sono informazioni uniche che dicono molto su come potreste comportarvi e pensare alle cose", ha spiegato. Sarebbe difficile elaborare domande di sondaggio che riescano a cogliere le sfumature della personalità e lo storico di un individuo.  

Le interviste però non sono l'unica opzione. Le aziende che vogliono creare "gemelli digitali" degli utenti, potrebbero anche addestrare gli agenti utilizzando mail, conversazioni scritte e dati, tuttavia le conversazioni potrebbero essere il metodo più efficace. "Questo studio mostra come realizzare una sorta di ibrido: utilizzare esseri umani reali per generare personaggi che possono poi essere utilizzati a livello di programmazione/simulazione", ha spiegato il team al MIT Technology Review.

I rischi degli agenti di simulazione

Gli agenti di simulazione non sono però esenti da rischi. Potrebbero essere creati deepfake, e dovranno affrontare problemi relativi ai dati, alla privacy e alla sicurezza. Potrebbero infatti essere nutriti con informazioni sbagliate, o essere hackerati. Gli algoritmi di deep learning per realizzare i cloni digitali vengono addestrati con una grande quantità di dati personali. Se le piattaforme venissero violate i truffatori potrebbero avere accesso a informazioni personali degli utenti.

Non solo, secondo Clare Walsh, direttrice della formazione presso l'Institute of Analytics, "l'esperienza umana è quasi infinita e non ci si può fidare delle macchine", possono infatti verificarsi quelle nel gergo vengono chiamate le allucinazioni dell'intelligenza artificiale, avviene quando l'IA genera informazioni che non corrispondono alla realtà o che non sono coerenti con gli input forniti.

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