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Intelligenza artificiale (IA)

Ora l’Europa vuole muovere 200 miliardi di euro per l’IA: basteranno per trovare un algoritmo?

Durante il vertice sull’intelligenza artificiale di Parigi la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha lanciato un piano di investimenti dedicato all’intelligenza artificiale dal valore di 200 miliardi di euro: “Verrà creato il CERN per l’IA”
A cura di Valerio Berra
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Le tempistiche dell’annuncio sono almeno interessanti. Ursula von der Leyen durante il vertice sull’intelligenza artificiale di Parigi ha lanciato il progetto InvestAI, un piano di investimenti che sulla carta è clamoroso. In breve l’idea è quello di mobilitare circa 200 miliardi di euro in investimenti per l’intelligenza artificiale. In buona parte privati e in minima parte pubblici.

Le parole di von der Leyen, presidente della Commissione Ue, sono abbastanza chiare: “Mobiliteremo capitali senza precedenti attraverso InvestAI. Questo partenariato pubblico-privato unico nel suo genere, simile a un CERN per l’IA”. E ancora: “Verranno sviluppati i modelli di grandi dimensioni più avanzati necessari per rendere l'Europa un continente dell’IA”. Tutto questo avviene nel mese in cui gli Stati Uniti hanno lanciato Stargate e dalla Cina è spuntato DeepSeek.

I dettagli del piano InvestAI

Al netto del richiamo alla formula, vincente, del CERN, per adesso il piano di InvestAI è tutto da costruire. L’Unione Europea vuole creare quattro poli di ricerca dove creare laboratori dedicati all’intelligenza artificiale. I fondi serviranno per coprire tutti i materiali necessari, a partire da "100.000 chip" dedicati all’intelligenza artificiale che verranno destinati al progetto.

Nel primo comunicato relativo al progetto non si parla di posti di lavoro, facile però immaginare che con questi numeri siamo sull’ordine delle migliaia. Probabilmente nel progetto troveranno posto sia ricercatori legati alle università che sviluppatori con esperienze nel settore privato.

I partner privati del progetto invece dovrebbero essere un consorzio di circa 70 aziende unite sotto il nome EU AI Champions Initiative. Esiste già un sito web dedicato, con tanto di loghi uniti insieme. Dentro ci sono vari brand, da quelli che operano in mercati digitali come Spotify a Lufthansa e Carrefour.

I confini del piano europeo per l’intelligenza artificiale

Chiariamolo. La cifra annunciata da von der Leyen è consistente. Parliamo di un investimento per un singolo settore che equivale a poco più di un quarto del Fondo europeo per la ripresa stanziato dal Consiglio europeo per far uscire l’Unione europea dalla crisi post Covid (750 miliardi di euro). Un ottimo inizio, eppure qualche ostacolo sul percorso si può vedere.

I problemi al momento sono almeno due. Il primo sono i tempi. Il piano è stato annunciato oggi, non è chiaro entro quando vedrà la luce. Intanto Stati Uniti e Cina possono già contare su modelli di intelligenza artificiale avanzati sviluppati dalle loro aziende. Il secondo è il tessuto produttivo. L’Unione Europea può contare su centri di ricerca e ottime università ma non ha aziende che si occupano di intelligenza artificiale a livello delle Big Tech che si possono trovare fuori dal nostro continente.

Il Global AI Index è un indice che definisce la capacità di una nazione di competere nel campo dell’intelligenza artificiale. Nelle prime dieci posizioni ci sono solo due Paesi dell’Unione Europea: la Francia, al 5° posto, e la Germania, al . L’italia è al 24° posto, dopo Danimarca e Irlanda.

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