Ora in Australia si possono ignorare le chiamate di lavoro fuori orario: come funziona la legge
Abbiamo sentito parlare per la prima volta di diritto alla disconnessione nel 2001, quando una sentenza della Camera del lavoro della Corte suprema francese ha stabilito che "il dipendente non è tenuto né ad accettare di lavorare a casa né a portarvi i suoi documenti e gli strumenti di lavoro". Sono passati più di 20 anni e ancora stiamo cercando di aggiustare il tiro. La pandemia di Covid 19 e l'iperconnettività concessa dalla tecnologia hanno reso sempre più difficile marcare un confine netto tra il tempo libero e ambiente lavorativo. Ma sono in corso misure correttive.
L'Australia infatti sta garantendo ai dipendenti il “diritto di disconnettersi” quando sono fuori dall’orario di lavoro. Non dovranno rispondere a mail, messaggi o chiamate di lavoro una volta terminato il turno. La misura è stata proposta dal partito laburista australiano di centro-sinistra all'interno di un pacchetto di riforme sul lavoro per diminuire la pressione sui lavoratori.
"Quello che stiamo semplicemente dicendo è che qualcuno che non viene pagato 24 ore al giorno non dovrebbe essere penalizzato se non è online e disponibile 24 ore al giorno", ha spiegato il primo ministro Anthony Albanese in una conferenza stampa. Secondo la nuova misura, i datori di lavoro che violano le norme, applicate dal tribunale nazionale della Fair Work Commission, rischiano multe fino a 63.800 dollari.
La cultura del superlavoro e il diritto alla disconnessione
La nuova misura vuole correggere la crescente cultura del superlavoro. Secondo un rapporto dell'Australia Institute, lo scorso anno i dipendenti australiani in media hanno trascorso 5,4 ore di lavoro non retribuito ogni settimana, per i lavoratori tra i 18 e i 29 anni sono state 7,4 le ore di lavoro extra. Secondo il Better Life Index dell'OCSE del 2018, i lavoratori a tempo pieno in Australia dedicano solo 14 ore al giorno al tempo libero, una cifra inferiore alla media di 15 ore.
Non solo in Australia, il diritto alla disconnessione è un tema che entrato nell'agenda di diversi Paesi. Tra questi la Francia, che nel 2017 ha introdotto una legge per proteggere i dipendenti che vengono puniti se non sono reperibili fuori dall'orario di lavoro. Anche l'Italia, al Germania e il Canada hanno adottato nuove misure per tutelare i lavoratori. La paura però è che le norme non siano abbastanza specifiche e che le sanzioni insufficienti per diventare un deterrente. A di là dei passi avanti infatti rimangono zone grigie che potrebbero essere sfruttate per non rispettare il diritto alla disconnessione.
L'impatto del superlavoro sulla produttività delle aziende
"Diversi studi in Australia hanno mostrato come la tecnologia ha eliminato i confini tra la vita lavorativa e quella non lavorativa delle persone", ha spiegato Chris Wright, professore associato di Disciplina del lavoro e studi organizzativi presso l'Università di Sydney, ad Al Jazeera. "Le persone possono lavorare con orari di lavoro standard, ma una volta che lasciano l'ufficio ogni giorno, spesso stanno ancora lavorando."
"Ci sono Paesi che hanno orari di lavoro meno pesanti. come la Francia con la sua settimana lavorativa di 35 ore. È stata criticata, ma in realtà l'orario di lavoro ridotto è stato un fattore che ha contribuito a portare la Francia ad avere risultati di produttività piuttosto buoni", ha detto Wright. "Penso che le leggi sul diritto alla disconnessione aiuteranno le aziende a pensare in modo più creativo e trovare soluzione per lavorare in modo più intelligente".