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Ora il ban di TikTok negli Stati Uniti è una cosa seria, il Congresso: “Legame diretto con la Cina”

Shou Zi Chew è il Ceo di TikTok. 40 anni, originario di Singapore, ha testimoniato davanti al Congresso degli Stati Uniti per rispondere alle domande sulla sicurezza della piattaforma. Durante l’incontro il Congresso sembra aver ribadito la sua posizione: per TikTok non c’è più posto negli Stati Uniti.
A cura di Valerio Berra
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Il processo davanti al Congresso degli Stati Uniti è un passaggio obbligato per qualsiasi Big Tech. Oggi è successo anche a Shou Zi Chew, il Ceo di TikTok. Fino all'ultima settimana il suo volto è rimasto quasi nascosto. Poi un video. Due giorni fa è spuntato nel feed di 8,6 milioni di persone per annunciare dal profilo ufficiale di TikTok due cose: la prima è che la community degli Stati Uniti aveva raggiunto 150 milioni di utenti e la seconda che presto avrebbe avuto un confronto con il Congresso direttamente a Washington.

Il tema ormai è noto. TikTok sta affrontando una serie di ban negli Stati Uniti motivati soprattutto da un fattore: il suo legame con il governo di Pechino. Ora TikTok è vietato ai dipendenti delle agenzie federali, è sotto indagine dall’Fbi e ora il Congresso sta pensando seriamente di bloccarlo in tutto il Paese. Per questo Shou Zi Chew ha incontrato a Washington i membri del Congresso per rispondere a una serie di domande sulla sicurezza di TikTok. Un incontro che dopo circa due ore di seduta ha chiarito che l'esito sarebbe stato disastroso.

Il legame tra TikTok e la Cina

I temi toccati durante l’audizione al Congresso sono stati parecchi, con diversi membri del Congresso che hanno preso la parola per fare domande a Shou Zi Chew. La prima differenza tra questo incontro e quello (storico) del 2018 con Mark Zuckerberg è la preparazione dei politici. Se nel 2018 sono volate domande assurde del tipo “Se nessuno paga un’iscrizione come fate a garantire un servizio?”, qui le domande sono state in media più puntuali e quindi più difficili da arginare.

Molti dei quesiti ruotavano attorno al rapporto tra TikTok il governo cinese. Nonostante le risposte Shou Zi Chew sono emersi diversi punti che hanno messo in difficoltà la piattaforma davanti alle accuse del Congresso. Shou Zi Chew guida TikTok Global, la società che si occupa della gestione di TikTok fuori dalla Cina. Questa divisione, con sede a Los Angeles, ha una struttura e una guida diversa da ByteDance, l’impero tech cinese da 150.000 dipendenti che ha creato TikTok (e CapCut). Una delle prime cose che i membri del Congresso hanno cercato di accertare è il rapporto tra Shou Zi Chew e TikTok.

Chew non è un Papa straniero. 40 anni, originario di Singapore, è stato uno dei primi impiegati di ByteDance, ha lavorato per questo azienda per dieci anni ed è stato anche ai vertici di ByteDance. Quando Michael G. Burgess (Partito Repubblicano) gli ha chiesto con chi avesse preparato questo meeting, Chew ha risposto che aveva fatto tutto con il suo team a Washington. Ma poi non ha smentito che messaggi e consigli fossero arrivati anche dalla Cina: “Il mio telefono è pieno di auguri e consigli da tutto il mondo”.

La posizione dei membri del Congresso è stata chiara. Tutte le domande poste a Chew si possono riassumere in un’unica presa di posizione, che fondamentalmente non è mai cambiata durante tutta l’audizione: “TikTok è un cavallo di Troia che il governo cinese usa per avere i dati degli Stati Uniti”. Chew ha sempre negato i rapporti con il Partito Comunista Cinese: “Non ho mai incontrato nessun ufficiale del partito”. Ma non con ByteDance, azienda per cui ha lavorato a lungo e per cui ancora riceve forme di retribuzione per i suoi passati incarichi.

Il Project Texas, ovvero come TikTok sta cercando di mettersi al sicuro

Per adesso la linea del social è tutta sulla difensiva. Chew ha passato la riunione con il Congresso a difendere il Project Texas, un piano sviluppato dall’azienda insieme al Committee on Foreign Investment in the United States (CFIUS) per creare un’infrastruttura informatica trasparente in cui verranno conservati i dati degli utenti tagliando ogni accesso ai dipendenti di ByteDance. Secondo gli accordi, tutto il progetto dovrebbe essere monitorato da un team guidato dagli Stati Uniti. In queste occasioni Chew ha ricordato anche la collaborazione costante con Oracle, una delle più importanti (e storiche) Big Tech americane.

Il Project Texas ricorda un po’ il Project Clover, il piano avviato nell’Unione Europea per la gestione dei dati: un piano per la costruzione di tre data center in cui conservare i dati degli utenti europei (al momento sono tutti negli Stati Uniti). Le risposte sul Project Texas però hanno fatto emergere un altro elemento. Indipendentemente da come si svilupperà il progetto, in questa fase gli ingegneri di ByteDance hanno ancora dei canali di accesso ai dati degli utenti fuori dalla Cina.

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