Ora i miliardari vogliono costruire le loro città-stato: a Trump l’idea piace

Sul tavolo dell'amministrazione Trump c'è un fascicolo intitolato Freedom Cities. Nel dossier vengono presentati regni autonomi per sperimentare cure anti invecchiamento, energia nucleare e tecnologie controverse senza la necessità di una supervisione normativa. Sono laboratori eccentrici di miliardari che vogliono governance autonome a prova di legge. Dietro al progetto c'è la Freedom Cities Coalition che sta cercando di convincere il presidente Trump e il Congresso ad autorizzare le città sul territorio statunitense.
Trump ha già messo l'occhio sulle città stato tech, al punto che sono state già citate durante la sua campagna elettorale. Non stupisce, il sogno di creare zone franche per investitori miliardari fa parte di un movimento ideologico anarco-capitalista con ampio seguito. Per esempio Peter Thiel, cofondatore di PayPal, da tempo vuole costruire le "seasteading", città galleggianti in acque internazionali per comunità offshore con governance indipendenti. Le Freedom Cities seguono questa linea.
Le città stato indipendenti in realtà esistono da secoli, in questo caso però non siamo di fronte a uno Stato sovrano, ma a grandi capitali privati con un'agenda ideologica ben precisa. Il rischio è che si trasformino in enclave per miliardari con leggi su misura per aggirare le norme ambientali, lavorative e di sicurezza, diventando terreno fertile per nuove forme di disuguaglianze.
Il progetto presentato all'amministrazione Trump
La Freedom Cities Coalition è un progetto di NeWay Capital. La società ha già realizzato Prospera, un'enclave privata e crypto-friendly in Honduras. Prospera è una zona economica speciale (o ZEDE), istituita nel 2013 in seguito a un colpo di stato sostenuto dagli Stati Uniti. Le ZEDE consentono ad attori privati di ottenere deroghe alle norme che di solito regolano le imprese, diventando così attraenti per gli investitori privati. Sono queste le basi delle Freedom Cities.
"Secondo interviste e presentazioni visionate da WIRED, l'obiettivo di queste città sarebbe quello di avere luoghi in cui le sperimentazioni cliniche anti-invecchiamento, l'avvio di reattori nucleari e la costruzione di edifici possano procedere senza dover ottenere l'approvazione preventiva da agenzie come la Food and Drug Administration, la Nuclear Regulatory Commission e l'Environmental Protection Agency", ha spiegato Wired Us.
Trey Goff, capo del progetto Próspera, ha confermato a Wired di aver incontrato l'amministrazione Trump, "è interessata al progetto", ha detto. L'obiettivo è fare pressing per ottenere una legge che autorizzi le città stato tech negli Stati Uniti. Come spiega Freedom Coalition sul suo sito web mentre “altre nazioni stanno creando nuovi centri di innovazione, l’ambiente normativo americano sta frenando il progresso. Le Freedom Cities sono la soluzione più audace dell'America per liberare il pieno potenziale della nostra nazione.".
Si legge anche: "Creando zone di chiarezza normativa e dinamismo economico, queste aree appositamente designate eliminano decenni di accumulo burocratico mantenendo al contempo protezioni essenziali, consentendo a imprenditori e costruttori di muoversi alla velocità dell'ingegno umano piuttosto che al ritmo della burocrazia".
Dove verranno costruite le Freedom Cities
Freedom Cities Coalition ha pensato già a tutto, anche ai siti dove costruire le città stato. "Il 28 percento del territorio statunitense è di proprietà federale e pronto per uno sviluppo innovativo", spiega, "la maggior parte del territorio governativo che non è utilizzato per l'agricoltura e lo sviluppo energetico è utilizzato per la conservazione della fauna selvatica".
In realtà prima ancora dell'elezione, in un video diffuso durante la campagna elettorale, Trump aveva già citato sia le Freedon Cities, sia i terreni federali. "Le generazioni passate di americani hanno perseguito grandi sogni e progetti audaci che un tempo sembravano assolutamente impossibili", aveva spiegato. "Si sono spinti attraverso un continente instabile e hanno costruito nuove città nella frontiera selvaggia. Potremmo usare i di terreni federali protetti per sviluppare dieci nuove metropoli urbane per riaprire la frontiera e riaccendere l'immaginazione americana e interpretare il sogno americano". Slogan a parte, Freedom cities sembra più il sogno di pochi eletti che vogliono plasmare il mondo a loro immagine e somiglianza, e che lasciano poco spazio, nonostante il nome, alla libertà.