Oasis, il prezzo dinamico dei biglietti ormai è un caso europeo: “Vi spiego perché può violare le regole”
Sabato 31 agosto, sono quasi cinque ore che ricarichi la pagina vedendo scendere lentamente la tua posizione nella fila virtuale. Poi compare la scritta "compra biglietto", clicchi sopra pensando di avercela finalmente fatta, ma c'è un problema: il biglietto costa 400 euro. Il prezzo dei pass in piedi per le date degli Oasis è salito da un valore nominale di 150 a 350 sterline in poche ore. Dietro ai biglietti gonfiati c'è il prezzo dinamico del biglietto (dynamic pricing). In altre parole la legge della domanda e dell'offerta, sono pass variabili che aumentano in base alla richiesta dei consumatori. Non è la prima volta che succede, ma il caso Oasis diventa un punto di partenza per chiedersi se questo sistema rispetta o meno la legislazione europea.
E infatti gli eurodeputati Pd Brando Benifei e Pierfrancesco Maran, membri della commissione Mercato interno dell'Eurocamera, hanno depositato un'interrogazione alla Commissione europea per denunciare il sistema di vendita, "i prezzi online non possono aumentare dopo che il biglietto è stato inserito nel carrello", ha spiegato Benifei a Fanpage.it. "Senza parlare poi della possibilità, come denunciato da molti per i biglietti degli Oasis, che le piattaforme web non informino in modo chiaro e accurato i clienti sulle regole di vendita."
Pariamo dalle basi. Gli utenti che stavano comparando i biglietti per gli Oasis a un certo punto si sono trovati di fronte ai biglietti dynamic pricing. Cosa sono?
Il “dynamic pricing”, è una strategia commerciale attraverso la quale le aziende determinano in tempo reale prezzi flessibili per prodotti o servizi in base a fattori esterni, in particolare l’andamento di domanda e offerta nel mercato. I prezzi dinamici sono una forma di discriminazione di prezzo particolarmente utilizzata nell'e-commerce in diversi settori come il trasporto pubblico, l'intrattenimento, lo shopping e l'ospitalità.
Questo fenomeno comporta ovviamente un aumento dei prezzi quando la domanda è alta e un abbassamento dei prezzi nei periodi di bassa domanda. Tra le più importanti piattaforme online che utilizzano tale pratica troviamo Amazon, Ryanair e Ticketmaster.
Nell'interrogazione presentata alla Commissione europea avete definito il “dynamic pricing” lesivo per i consumatori.
Le piattaforme online che utilizzano il “dynamic pricing” “gonfiano” i prezzi, rendendo l’acquisto di un volo, un vestito o un biglietto per il concerto del proprio artista preferito, un privilegio per i consumatori, soprattutto se si guarda ai giovani.
L’acquirente diventa parte lesa quando acquista a un prezzo estremamente maggiorato, quando c’è una totale mancanza di trasparenza, siccome l’azienda dovrebbe esplicitare in modo chiaro il prezzo da pagare e quando aumenta il prezzo durante la transazione stessa, tra il momento in cui cliccano sull’acquisto e il momento in cui accedono al “carrello” e devono pagare. Specialmente se si tratta di una situazione di monopolio o di oligopolio!
Per colpa dei prezzi dinamici concerti e eventi rischiano di diventare inaccessibili?
Nel 2017 Liam Gallagher con un tweet se la prendeva col fratello Noel per i prezzi dei suoi biglietti e pochi giorni fa chi ha provato a comprare i biglietti per gli Oasis ha atteso anche da 5 o 6 ore per poi vedere i biglietti salire da 96 a oltre 400 euro. Tutto questo è inaccettabile: non possono essere sempre i consumatori la parte lesa. Le piattaforme online sostengono che i prezzi dinamici aiutano a contrastare il “secondary ticketing”, evitando così che i biglietti più richiesti finiscano ai “bagarini” e dando questo extra-profitto agli stessi artisti e le società organizzatrici. I fatti però parlano all’opposto.
Si spieghi meglio.
Il “bagarinaggio” per le date degli Oasis esiste già e il fan medio è rimasto a “mani vuote”. Serve agire per modificare le storture di questo sistema, che affliggono da un po’ di tempo a questa parte non solo gli USA, ma anche il mercato interno dell’Unione europea.
C'è chi sostiene che il prezzo dinamico rispecchi la legge della domanda e dell'offerta, in altre parole paghiamo di più un albergo in alta stagione, ma qual è la differenza e perché sono due cose diverse?
Nel metodo quest’affermazione è vera ma, nella sostanza, la differenza è netta. Se desidero acquistare online un paio di scarpe o una notte in albergo, non resto connesso “in coda” per diverse ore per poi infine scoprire che il prodotto costa due, tre o quattro volte tanto, cosa che mi può succedere per acquistare il biglietto di un concerto di Bruce Spristieng. Oltretutto un evento è un bene singolo o molto limitato e non sostituibile mentre, ad esempio luoghi dove soggiornare possono essercene di diverse quantità e qualità.
Il dynamic pricing è legale, ma l'aumento del prezzo di un ticket dopo che l'utente l'ha già inserito nel biglietto viola le direttive UE?
Esatto, la pratica in sé non è illegale, tuttavia la maniera in cui viene utilizzata rischia di violare la legislazione europea. I prezzi online non possono aumentare dopo che il biglietto è stato inserito nel “carrello”. Senza parlare poi della possibilità, come denunciato da molti per i biglietti degli Oasis, che le piattaforme web non informino in modo chiaro e accurato i clienti sulle regole di vendita.
Per esempio?
Faccio un esempio normativo ancora più preciso, così capiamo meglio di cosa parliamo. L’articolo 102, primo comma, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) afferma: “È vietato, in quanto incompatibile con il mercato interno, lo sfruttamento abusivo da parte di una o più imprese di una posizione dominante nel mercato interno o in una parte sostanziale di esso, nella misura in cui possa pregiudicare il commercio tra Stati membri. Tale abuso può consistere, in particolare nell'imporre direttamente o indirettamente prezzi di acquisto o di vendita non equi o altre condizioni commerciali non eque”. Non mi sembra vi siano troppi dubbi da fugare. Infine mi sento di esprimere un indirizzo di metodo: ciò che è legale non è per forza giusto.
Quindi bisogna cambiare le regole.
Prima dell’approvazione del Regolamento europeo sull’Intelligenza artificiale, di cui ho avuto l’onore di essere relatore e ne ho negoziato il contenuto, era legale per soggetti pubblici e privati utilizzare l’IA per riconoscere dal viso delle persone le emozioni provate sul luogo di lavoro o anche per dedurre se una persona fosse etero o gay, ebrea o musulmana etc. Il compito della politica e del legislatore è quello di andare a rimediare alle mancanze o alle ingiustizie legislative, dando vita in modo democratico a norme nuove.
È proprio questo ciò che va fatto in Europa rispetto al tema del “dynamic pricing”: invertire la rotta. Per tale ragione ho subito depositato con il collega Pierfrancesco Maran un'interrogazione parlamentare alla Commissione europea nella quale abbiamo chiesto massima chiarezza sull’argomento.
Quale sarebbe un sistema equo?
Un sistema equo non permetterebbe la legalizzazione di una discriminazione di prezzo – che si realizza in un vertiginoso aumento del costo del biglietto – da parte delle grandi piattaforme online, di cui il consumatore medio viene a conoscenza solo al momento dell’acquisto. Questo rappresenta uno dei passi essenziali per affrontare in maniera efficace il problema della rivendita illegale dei biglietti a prezzi maggiorati. Serve rendere illegale il “dynamic pricing” per questo tipo di eventi e normarlo individuando limiti chiari e sempre validi.
Si potranno fare delle correzioni in corsa per il caso Oasis o diventerà il pretesto per migliorare le condizioni di vendita future?
La Competition and Markets Authority ha affermato che gli utenti non sono stati correttamente informati riguardo alle modalità di vendita e ha annunciato il riesame dell’uso del “dynamic pricing”, intraprendendo azioni contro i principali siti web di rivendita. Anche il segretario alla cultura, Lisa Nandy e il governo inglese hanno denunciato l’accaduto, avviando una revisione di tale pratica.
Per i nuovi concerti a Londra del 27 e 28 settembre 2025 i biglietti degli Oasis saranno venduti scaglionati con alcune correzioni che però non bastano. Gli Stati membri e l’Unione Europea agiscano affinché le regole e i prezzi di vendita online siano chiari e giusti a tutela di tutti i consumatori europei, il Parlamento Europeo penso sia disponibile con una larga maggioranza dei rappresentanti eletti a lavorare in questa direzione.