Nuova inchiesta sul pezzotto, 21 persone indagate e abbonamenti bloccati in tutta Italia
In gergo si chiama “pezzotto”, di fatto è un dispositivo che sfrutta il sistema della Box Android per accedere a piattaforme di streaming dove è possibile guardare diversi tipi di contenuti che dovrebbero essere a pagamento. In pratica, liste di Iptv illegali. Non si trova nei negozi, almeno non fra la merce esposta. Si acquista da rivenditori illegali e poi si paga un abbonamento mensile, ovviamente inferiore alla somma dei servizi a cui si accede. Un sistema criminale solido, che però nell'ultimo anno è stato eroso da inchieste e leggi per bloccarlo. Nei piani dell'AgCom con i nuovi sistemi le partite trasmesse in modo illegale saranno bloccate in 30 minuti.
L’ultima inchiesta è stata coordinata dalla Procura e dal Centro operativo per la sicurezza cibernetica di Catania. Gli agenti sono intervenuti contro un sistema composto da diverse persone e soprattutto ben strutturato. Nelle carte si legge che è stata scoperchiata una “associazione criminale organizzata in modo gerarchico secondo ruoli distinti e ben precisi e con promotori distribuiti sul territorio nazionale e all’estero”. Tra i mezzi utilizzati dagli indagati anche app crittografate per i messaggi e documenti di identità fasulli.
I dettagli dell’inchiesta sulle Iptv
Al momento gli indagati sono 21 e si trovano in tutta Italia, da Catania a Livorno, passando per Napoli, Pisa e Alessandria. I reati contestati sono parecchi: associazione per delinquere a carattere transnazionale finalizzata alla diffusione di palinsesti televisivi ad accesso condizionato (ciooè a pagamento), danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici, accesso abusivo a un sistema informatico e frode informatica.
I servizi di streaming offerti dal pezzotto riguardavano sia piattaforme dedicate allo sport come Dazn che all’intrattenimento, da Mediaset a Netflix. I profitti erano valutabili in “milioni di euro”. Durante l’operazione sono stati anche bloccati i pezzotti distribuiti agli utenti: “Abbiamo inibito il flusso illegale delle Iptv e dei siti di live streaming”.