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Nonostante tutti i suoi soldi c’è ancora un chip che Apple non riesce a produrre

Nel 2018 Apple ha lanciato il progetto Sinope, un programma per arrivare alla produzione dei modem. Questi chip permettono agli smartphone di collegarsi alle reti mobili. Al momento questo programma non è ancora stato completato.
A cura di Valerio Berra
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Nessun fornitore esterno. O quasi. Negli ultimi anni la politica aziendale di Apple si è mossa verso uno scenario in cui ogni componente dei suoi dispositivi viene prodotta in casa. Meno fornitori, meno costi, più controllo sul prodotto e sui costi di produzione. Il passo più pesante in questa direzione è stato registrato nel 2020 quando Apple ha svelato il suo processore M1, creato apposta per i portatili Mac. Solo produrre in casa questo componente, fino al 2020 fornito da Intel, avrebbe permesso a Apple di risparmiare nei costi di produzione fino a 140 euro a portatile.

Gli iPhone invece da tempo montano un processore prodotto internamente. I primi iPhone avevano un chip Samsung ma dall’iPhone 4 lanciato nel 2010 l’azienda ora guidata da Tim Cook ha cominciato a usare chip prodotti internamente. Un percorso che non è avvenuto per un’altro componente. A scriverlo è il Wall Street Journal che dopo il lancio della famiglia di iPhone 15 ha pubblicato un’inchiesta in cui spiega come Apple non sia ancora riuscita a staccarsi da Qualcomm per uno degli elementi più importanti di uno smartphone.

Il progetto Sinope

Nel 2018 Apple ha lanciato il progetto Sinope, un nome che richiama la ninfa figlia del fiume Asopo. Nella mitologia greca è nota per aver superato con la sua furbizia il tentativo di Zeus di rapirla. Il padre degli dei si era invaghito di lei e per averla le aveva proposto di esaudire un suo desiderio. Sinope accettò ma chiese come desiderio di preservare la sua verginità. Zeus fu costretto ad accettare il desiderio di Sinope e smettere di insidiarla. Mitologia, patriarcato e ruolo della donna nella storia della letteratura a parte, il progetto Sinope aveva degli scopi precisi. Secondo il Wall Street Journal l’obiettivo era quello di costruire un modem, un componente che permette al telefono di collegarsi alla rete mobile. Discretamente essenziale per questo dispositivo.

La dipendenza da Qualcomm

Apple non produce internamente questo chip ma ha un contratto di fornitura con Qualcomm, società statunitense con sede a San Diego. Secondo il Wall Street Journal, Apple e Qualcomm sarebbero in pessimi rapporti. Nel 2017 proprio Apple in una causa legale avrebbe accusato Qualcomm di fare pagare troppo le royalties dei suoi brevetti. Nonostante la potenza tecnologica e finanziaria di Apple, le sue squadre di ingegneri non sarebbero riuscite a produrre in tempo i modem per i nuovi iPhone. La famiglia di iPhone 15 monta ancora modem Qualcomm e l’accordo tra la due aziende per la fornitura di questi componenti è stato appena rinnovato fino al 2026.

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