Non è un videogioco ma una simulazione totale di vita: le immagini di InZOI, il rivale di The Sims
Dalla Corea del Sud è in arrivo inZOI, il videogioco simulatore di vita paragonabile a The Sims. A differenza del gioco di Electronic Arts, noto anche per i suoi personaggi dalle fattezze cartoonesche, inZOI ricorre a una grafica iper realistica. Questo aspetto è evidente sin dalla fase di creazione del personaggio. L'avatar può essere personalizzato in ogni dettaglio: grandezza di zigomi, bocca, naso, occhi. O ancora lucentezza delle labbra, abiti e accessori. Tutto può essere modificato per avere il proprio personaggio ideale, che non sfigurerebbe nel mondo reale.
Questo ha fatto sì che inZOI diventasse un trend videoludico prima dell'uscita, la cui data non è ancora stata resa nota dallo studio di sviluppo Krafton. In realtà c'è molto di più all'interno di inZOI. Dalla creazione della casa, anch'essa ricca di dettagli e possibilità di personalizzazione, alla vita da far vivere in una delle tante località dai nomi fittizi ma ispirate a città reali. In altre parole, il gioco coreano si propone di migliorare il genere dei simulatori di vita.
Come funziona inZOI: il titolo sviluppato da Krafton
L'obiettivo di inZOI è reso evidente dalle importanti tecnologie adoperate da Krafton per creare un mondo virtuale il più realistico possibile. Al di là della grafica impressionante, tra queste c'è l'implentazione di una "community simulation" per dare l'idea di giocare all'interno di una città viva, in cui i suoi abitanti (gli NPC, i personaggi non giocabili) sono dotati di propria volontà, tant'è svolgono la loro vita in maniera indipendentemente dall'operato di chi gioca. Questo vuol dire incontrare gente che fa jogging, che va a lavoro, in auto o a piedi, che si esibisce per strada e molto altro.
Altro elemento interessante è la possibilità di pubblicare le proprie creazione inZOI su Canvas, uno spazio in cui l'utenza può giocare alle creazioni altrui o mostrare le proprie. L'obiettivo di Krafton è quello di formare attorno al gioco una comunità di videogiocatori e videogiocatrici creativa, aperta al confronto e allo scambio collettivo. In questo modo il gioco si autoalimenta con l'utenza affezionata. Infine, elemento degno di nota è la possibilità di collegare il proprio iPhone per far muovere il proprio avatar come nello shorts su YouTube di Komodo. L'effetto è incredibile.
Non è secondario che una rivoluzione del genere venga dalla Corea del Sud, un Paese che, assieme alla Cina, sta travolgendo il mercato videoludico in un periodo di forte crisi del settore. Si tratta di un fenomeno interessante, perché parliamo di Paesi a lungo specializzati in produzioni videoludiche destinate ai dispositivi mobile o a un pubblico avvezzo al multiplayer online su computer. Nell'ultimo paio d'anno stiamo assistendo a una nuova tendenza, con studi di sviluppo coreani e cinesi che esordiscono nel panorama delle grosse produzioni a giocatore singolo con grande successo.
Lo abbiamo visto con Black Myth Wukong, con Stellar Blade e Lies of P, e presto anche con inZOI quando uscirà. Interessante notare come questi videogiochi sono rivolti a un pubblico nuovo per questi studi, ossia quello che gioca su console, come PlayStation e Xbox. In breve, è evidente un'apertura e una sperimentazione da parte degli studi coreani e cinesi, ormai sempre più focalizzati su videogiochi caratterizzati da una qualità tecnica e grafica scioccante, appannaggio finora dei grossi blackbuster videoludici statunitensi, come The Last of Us, o giapponesi, come Final Fantasy VII Rebirth. C'è da capire se il periodo attuale è solo un'eccezionalità favorevole o rappresenta un punto di svolta del mercato videoludico, con nuovi attori pronti a promuovere la propria idea di videogioco.