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Noland, l’uomo paralizzato con un chip Neuralink nella testa: “Fra poco potrei far muovere un robot”

Noland Arbaugh, classe 1995, è rimasto paralizzato dopo un incidente. A gennaio si è sottoposto al primo intervento per impiantare un chip Neuralink nella corteccia celebrare. Al momento Noland è in grado di muovere un cursore con il pensiero ma in futuro potrebbe fare molto di più.
A cura di Valerio Berra
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Noland Arbaugh è il primo paziente di Neuralink, l’azienda di Elon Musk che si occupa di ricerca medica. Per essere più precisi, Arbaugh è il primo paziente di Neuralink che si è sottoposto all’intervento necessario per impiantare Telepathy, il chip con cui i ricercatori vogliono permettere alle persone paralizzate di connettersi con le macchine. Qui trovate la storia di Noland raccontata a Fanpage.it, nella sua prima intervista con la stampa italiana.

L’operazione per l’impianto di Telephaty è avvenuta a gennaio. I primi test sono stati ottimi, anche se dopo le prime settimane in cui tutto sembrava procedere senza intoppi sono stati rilevati dei problemi agli impianti. Nello specifico alcuni dei fili che si trovavano nell’impianto cerebrale hanno iniziato a ritirarsi.

Nella sua ultima intervista, rilasciata a Farzad Mesbahi Podcast, Noland però ha parlato di come potrebbe evolversi in futuro il suo impianto. Per ora Telephaty gli permette di muovere un cursore sullo schermo usando solo il suo cervello, senza ricorrere a nessun altro strumento. In futuro però questa capacità potrebbe spingersi molto oltre.

Guidare un robot umanoide

Tra i progetti che affollano la testa di Elon Musk c’è anche quello di creare un robot umanoide. L’androide si chiama Optimus e nello specifico sarebbe uno spin – off di Tesla. L’ultima versione, Optimus 2 assomiglia ancora a una bozza ma i primi prototipi hanno già cominciato a lavorare nelle fabbriche Tesla.

Noland ha spiegato che fra pochi mesi potrebbe muovere con il pensiero proprio uno di questi esemplari di robot: “Ho parlato con un po’ con Elon Musk di questo progetto. Non vedo l’ora di controllare un robot Optimus. Penso che sia ancora possibile. Spero che sia possibile arrivare a questo obiettivo nei prossimi due mesi, al massimo in un anno”.

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