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Neuralink ha impiantato un chip cerebrale al secondo paziente: come è andata l’operazione

L’azienda di Elon Musk ha eseguito la sua seconda operazione. L’obiettivo è migliorare la procedura chirurgica e modificare il posizionamento del dispositivo per evitare i problemi che si sono verificati durante il primo test.
A cura di Elisabetta Rosso
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"Non voglio portare sfortuna, ma sembra che sia andato tutto benissimo con il secondo impianto di Neuralink", ha annunciato Elon Musk durante il podcast di Lex Fridman. "C'è il segnale, molti elettrodi, tutto sta funzionando molto bene". L'operazione era stata annunciata a inizio luglio, l'obiettivo, aveva spiegato l'azienda "è quello di migliorare la procedura chirurgica e modificare il posizionamento del dispositivo" per evitare i problemi che si sono verificati durante il primo test.

Il primo paziente, Noland Arbaugh, ha infatti riscontrato problemi. In seguito all'operazione alcuni fili hanno smesso di funzionare correttamente e Arbaugh ha perso il controllo sul cursore. Come sottolineato da Neuralink "siamo ancora in fase di prova". L'azienda sta testando il dispositivo, che è destinato ad aiutare le persone con lesioni al midollo spinale. L’obiettivo è “creare un’interfaccia neuronale per il ripristino dell’autonomia di coloro che oggi hanno bisogni medici insoddisfatti”.

Come funziona Telepathy

Telepathy permette di controllare device esterni, per esempio un computer o un arto robotico, attraverso il pensiero. Il dispositivo infatti si basa sulla brain-computer interface (BCI), l’interfaccia cervello-computer che permette una comunicazione tra l’attività cerebrale e un qualsiasi altro device esterno.

"Il dispositivo Neuralink è un po' come un Fitbit o un Apple Watch con piccoli fili o elettrodi. Il chip Neuralink è pensato per aiutare le persone con disabilità", ha spiegato Musk, ma l'obiettivo a lungo termine è sviluppare un dispositivo in grado di “sbloccare il potenziale umano” migliorandone capacità fisiche e mentali fino a raggiungere la “simbiosi con l’intelligenza artificiale”.

Il caso Noland Arbaugh

Noland Arbaugh, è stato operato a gennaio 2024, "sono passati quasi sei mesi da quando mi hanno impiantato Telepaty e per ora sta andando bene", ha raccontato Noland a Fanpage.it. E poi: "Sento di aver fatto di più negli ultimi sei mesi di quanto non abbia fatto in tutti i trent’anni precedenti". Arbaugh ha 29 anni, ed è rimasto paralizzato dalla spalla in giù dopo un incidente subacqueo. Il dispositivo gli ha permesso di giocare ai videogiochi, navigare su Internet, postare sui social media e muovere un cursore sul suo laptop.

Neuralink lavora a questo chip dal 2016, a dicembre del 2022 sono state annunciate le prime sperimentazioni umane. La lista d'attesa per coinvolgere oltre 20.000 persone nella sperimentazione (entro il 2030) è stata aperta a settembre 2023 per trovare i primi 11 pazienti e verificare la sicurezza e l'efficacia del chip.

I problemi dopo il primo intervento

Dopo l'intervento Arbaugh ha raccontato: “Non è perfetto, direi che abbiamo riscontrato alcuni problemi. Non voglio che la gente pensi che questa sia la fine del viaggio, c’è ancora molto lavoro da fare, ma mi ha già cambiato la vita". Poche settimane dopo l'operazione, l'impianto ha iniziato a funzionare male.

Neuralink nel post sul blog ha spiegato che i fili si sono ritratti, riducendo i bit al secondo. Arbaugh ha infatti perso velocità e precisione sul controllo del cursore. "Crediamo che i malfunzionamenti possano essere risolti inserendo i fili che si sono staccati dal cervello più in profondità". L’obiettivo della seconda operazione infatti è migliorare la procedura chirurgica e modificare il posizionamento del dispositivo per evitare i problemi che si sono verificati durante il primo test.

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