“Nessuno compra gli oggetti che fa mio padre, lui si impegna tanto”: cos’è il marketing delle lacrime

I video sono sempre fatti nello stesso modo. Prima c’è l’inquadratura di una persona, spesso una ragazza, che piange davanti alla camera. Sullo schermo c’è una scritta, a volte una voce: “Nessuno vuole comprare quello che fa tuo padre, digli di smettere”. Poi si inquadra un’anziano al lavoro e alla fine si mostra il prodotto da compare. Non sono storie vere: è semplicemente una strategia di marketing, forse di truffa.
I social si stanno riempendo di video con questo schema. Funzionano molto su TikTok ma si trovano anche su Facebook e Instagram. Chi gestisce questi account finge di raccontare una storia. Di solito è quella di un parente che sta creando dei piccoli oggetti per venderli al pubblico. Molto spesso è un genitore anziano. Gli oggetti sono prodotti semplici, poco costosi. Spesso accessori o soprammobili.
Nei video si dice sempre che le cose vanno male, l’oggetto non viene venuto e per questo chi lo sta creando è triste. Spesso si mostrano lacrime, scene di delusione o commenti negativi. A fine video vengono lasciati tutti i riferimenti per acquistare lo stesso oggetto da uno store online. Tutto bellissimo. I video raggiungono milioni di visualizzazioni. Ma c’è un problema.
Il caso delle sfere di Inside Out
Un caso che spiega bene questo schema riguarda le “sfere luminose di Inside Out”. Si tratta di un piccolo soprammobile con sette incavi dove appoggiare altrettante sfere. Sono tutte trasparenti, potrebbero essere di vetro o di plastica, con sfumature colorate. L’incavo è una rettangolo di legno con delle luci che illuminano le sfere quando vengono appoggiate.
Non c’è nessun riferimento sul prodotto a Inside Out e ovviamente non fa parte del merchandise ufficiale di Disney. Eppure vengono vendute con un preciso richiamo al film, visto che i colori si possonno collegare ai protagonisti della pellicola Disney. L’account italiano Lumena Solis sta pubblicando decine di video su queste sfere. Clip che arrivano tranquillamente anche a 500.000 visualizzazioni con decine di commenti.

C’è la clip del padre. Inizia con la foto di una ragazza che piange e dice: “Nessuno vuole comprare le sfere di Inside Out che fa tuo padre, digli di smettere”. Poi un vetraio al lavoro e alla fine viene mostrato il prodotto. Ma non solo, sullo stesso account ci sono altri schemi di vendita. C’è un video in cui si dice “Corri da Lidl per le nuove lampade di Inside Out 2”. O ancora: “Ieri la mia ragazza mi ha lasciato quindi ho aperto il regalo che mi aveva dato”.
La lampada di Inside Out 2 viene venduta su uno store online collegato al profilo per 54,95 euro. Lo stesso articolo però si può trovare su Amazon, 59,59 euro. Ma soprattutto lo abbiamo recuperato anche su AliExpress per 9,59 euro. Probabilmente l’effettivo valore. Ma lo stesso schema di vendita si trova anche con altri oggetti come porta AirPods di Harry Potter o lampade di One Piece. Spesso i protagonisti dei video cambiano. Probabile siano solo clip rubate ad altri profili sui social.

Lo schema del dropshipping
I prodotti non vengono realmente creati da padri disperati. Almeno nei casi che abbiamo analizzato dalle segnalazioni ricevute su TikTok. È vero. I prodotti sono effettivamente in vendita su uno store online ma basta analizzare bene il tipo di prodotto per capire che si può facilmente trovare da rivenditori molto più grossi. Il prodotto che dovrebbe essere “creato da mio padre” alla fine è prodotto in Cina e venduto su AliExpress, Temu o Amazon alla metà del prezzo. Tecnicamente questo si chiama drop ship, uno schema di vendita in cui l’intermediario vende un prodotto all’utente finale senza possederlo in magazzino ma semplicemente facendo da tramite tra uno store più grosso e un cliente.