Nemmeno l’ingegnere è più un lavoro sicuro, Zuckerberg: “Al loro posto uso l’intelligenza artificiale”
Mark Zuckerberg ha rilasciato un’intervista fiume a Joe Rogan. In effetti, il format di Joe Rogan è esattamente quelle delle interviste fiume. Nelle oltre due ore di podcast il proprietario di Meta ha completato un processo di riposizionamento iniziato da quando Donald Trump ha vinto le elezioni negli Stati Uniti.
Nel podcast Zuck ha parlato di fact-checking, delle pressioni della Casa Bianca durante la campagna vaccinale e anche di come cambierà il lavoro negli uffici di Meta. Al netto della scelta di rimuovere gli assorbenti per il ciclo dai bagni degli uomini, sembra che la direzione di Meta andrà sempre più verso l’intelligenza artificiale.
Il problema degli ingegneri di medio livello
Secondo un’indiscrezione pubblicata da Bloomberg il 14 gennaio, sembra che l’obiettivo di Meta sia quello di licenziare il 5% della forza lavoro entro i prossimi due mesi. Parliamo di un dato in assoluto rilevante. Secondo i dati di settembre sono 72.400 le persone che lavorano a Meta, tagliarne il 5% vuol dire rinunciare a circa 3.600 dipendenti. La scelta, poi confermata da France Press, punta all’efficienza.
Zuckerberg ha spiegato che vuole tagliare i dipendenti con le performance più basse: “Ho deciso di alzare l'asticella della gestione delle prestazioni e di eliminare più rapidamente i dipendenti con scarse prestazioni”. Non è molto chiaro come verranno valutate queste performance.
Come verranno sostituiti i dipendenti? Il dato interessante riguarda una delle risposte date proprio durante il podcast di Joe Rogan: “È probabile che nel 2025 a Meta avremo un’intelligenza artificiale che sarà in grado di lavorare come un ingegnere di medio livello che scrive codice”.
La prospettiva è interessante, e forse anche allarmante. Da un parte un’intelligenza artificiale che velocizza il lavoro degli ingegneri informatici fino a ridurre il numero di persone che servono per lavorare nelle aziende che si occupano di software e innescare una crisi in un settore che sembrava florido. Dall’altra c’è il fatto che le app e siti a cui dedichiamo tempo tutti i giorni saranno costruiti molto più da intelligenze artificiali che da esseri umani.