La domanda su DeepSeek ora è solo sul come. Come è stato possibile che una startup cinese, di fatto due, abbia sviluppato con meno di sei milioni di dollari un modello di intelligenza artificiale in grado di competere con ChatGPT? Come è possibile che nel giro di un paio di giorni i mercati abbiano già bruciato miliardi di dollari? DeepSeek è sotto analisi. Pare che Mark Zuckerberg abbia dato mandato agli ingegneri di Meta di allestire delle war room per sezionare ogni riga di codice.
Una nuova guerra fredda è iniziata. Il primo polo era già noto, anzi. Se non fosse chiaro il predomino delle Big Tech degli Stati Uniti, Donald Trump tra i suoi primi ordini esecutivi aveva già avviato il progetto Stargate, un super hub da circa 500 miliardi di dollari di investimenti. Il secondo da questa settimana è la Cina. Dopo un’esordio rivedibile con il lancio di Ernie Bot, nella stessa settimana sono arrivati DeepSeek e il promettente Qwen 2.5.
E in tutto questo l’Europa? Per adesso, fronte Italia, l’unica cosa che si è mossa la regolamentazione. DeepSeek non si può più scaricare dagli store. Il Garante della Privacy ha diffuso un comunicato stampa in cui chiede a Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e a Beijing DeepSeek Artificial Intelligence di rispondere a una serie di domande sulla gestione dei dati degli utenti. Tempo: 20 giorni. Pena (probabile): multa e blocco temporaneo dei servizi. Lo stesso trattamento riservato a ChatGPT nel 2023.
Cosa sta facendo l'Unione Europe per l'intelligenza artificiale
L’Unione Europea è un mercato da 449,2 milioni di abitanti. Ne fanno parte 27 Paesi, e altri 9 sono candidati a entrare (c’è anche un potenziale candidato). Secondo i dati ufficiali il Pil di tutti gli Stati membri arriva a un totale di 17.000 miliardi di euro. È un mercato che, ovviamente, fa gola alle Big Tech. Ed è proprio per questo che tutto l’apparato dell’Unione Europea ha un discreto potere contrattuale che permette di negoziare per avere un buon livello di contrattazione, come vedremo da febbraio con l’esordio operativo dell’AI Act.
Ma l'Unione Europea non può essere solo un mercato dove altri possono acquisire ricchezza. Certo, è più difficile coordinare una politica di sviluppo comune come negli Stati Uniti o in Cina. E certo, l’innovazione può arrivare anche da singole aziende. La svedese Spotify insegna. Eppure tra le politiche dell’Unione Europea dovrebbe trovare posto un progetto coordinato di investimenti sull’intelligenza artificiale. Per adesso i segnali sono timidi.
Nel novembre 2024 la Commissione Europea ha annunciato investimenti in programmi legati all’innovazione per 180 milioni di euro. 20 milioni legati all’intelligenza artificiale. Non serve arrivare al budget di Stargate, DeepSeek ha proprio insegnato questo. Ma forse 20 milioni su 17.000 miliardi di euro di Pil sono un po' pochi.
In un’intervista a Fanpage, Samantha Cristoforetti aveva spiegato che l’Europa dovrebbe iniziare a lavorare a un accesso allo Spazio, visto che al momento l’era si appoggi a tecnologie statunitensi o russe. Se vogliamo iniziare a mettere un piede nel futuro, dovremmo lavorare a questo accesso anche per l’intelligenza artificiale. L’eurodeputato Brando Benifei, primo firmatario dell’IA Act, ha detto che DeepSeek non sarebbe potuta nascere in Europa per la “scarsa capacità di creare un mercato europeo dei dati”. Ecco, magari partiamo da qui.