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Intelligenza artificiale (IA)

Nel prossimo film Harrison Ford avrà 40 anni in meno, Indiana Jones e l’intelligenza artificiale

Grazie a un software progettato dai ricercatori della Disney, per un quinto del film Harrison Ford tornerà indietro nel tempo. Di solito per mostrare le versioni più giovani dei protagonisti venivano scelti attori con volti simili oppure bisognava ricorrere a tecniche lunghe e spesso molto costose.
A cura di Elisabetta Rosso
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Per 25 minuti Harrison Ford tornerà giovane. Nessuna controfigura o cambio attore, sarà un salto nel tempo. La scena di apertura del quinto film di Indiana Jones sarà ambientata nel 1944, e l'attore attraverso il software Industrial Light & Magic (ILM) perderà 40 anni. Kathleen Kennedy, presidente di Lucasfilm, ha detto alla rivista Empire, che non si tratta solo di una nuova tecnologia che funziona bene, lo scopo è far dire alle persone: "Oh mio Dio, hanno appena trovato un filmato. Questa è stata una cosa che hanno girato 40 anni fa". Far entrare lo stupore in sala, che alla fine è sempre la stessa storia: il cinema è fatto per meravigliare. E se più di un secolo fa George Melies con i suoi effetti speciali riuscì a simulare un allunaggio con tanto di fumi e razzi in caduta libera, oggi sul grande schermo basta un click per cambiare l'età a chiunque.

Come fa Indiana Jones a tornare giovane

Era stato annunciato l'anno scorso il film di Indiana Jones che avrebbe di nuovo portato Harrison Ford al cinema con una frusta di cuoio e un cappello da avventuriero. In un'intervista con il regista James Mangold su Total Film è stato rilevato un particolare che ha destato interesse. Per quasi un quinto della durata del film Indiana Jones avrà 35 anni (Ford ne ha 79). Quello che succede di solito in questi casi è che i registi scelgano un attore più giovane che assomigli al protagonista e gli affidino la parte, oppure manualmente, fotogramma per fotogramma i tecnici ringiovaniscano il volto dell'attore con effetti speciali. Questa volta non andrà così. Sarà lo stesso Harrison Ford a interpretare sé stesso, e un software farà tutto il resto. Si chiama FRAN (face re-aging network) ed è un'intelligenza artificiale performante affamata di dati.

Invecchiare o ringiovanire correttamente un volto richiede infatti un'ampia raccolta di dati longitudinali, ovvero moltissime immagini dello stesso soggetto ritratto in periodi di tempo diversi con la stessa espressione, angolazione e luminosità. Per addestrare il software i ricercatori hanno recuperato tutti i filmati di Harrison Ford da giovane estratti dagli archivi della Lucasfilm. Per migliorare il risultato l'attore si è anche fatto fotografare e riprendere, in modo tale da fornire all'intelligenza artificiale più dati possibili. I ricercatori hanno spiegato che FRAN funziona solo con persone reali in grado di posare di fronte a specifiche luci e angolazioni, oltre a un enorme set di filmati che rappresentano la base con cui addestrare l'IA.

L'intelligenza artificiale sviluppata da Disney

Già a dicembre i ricercatori della Diseny avevano presentato FRAN. L'azienda ha spiegato che l’IA era in grado di fare il grosso del lavoro, risolvendo così un problema enorme. Prima biosognava lavorare su ogni fotogramma per ottenere un risultato credibile, un lavoro di mesi. Sembra invece che l'intelligenza artificiale impieghi più o meno cinque secondi per applicare gli effetti dell'invecchiamento a un singolo fotogramma. Non solo, potrebbe essere una risorsa preziosa anche per tagliare i budget, secondo i rapporti di Disney, il film The Irishman ha speso 200 milioni di dollari per far sembrare più giovani Robert De Niro, Al Pacino e Joe Pesci. È chiaro quindi che se avessero dovuto ringiovanire manualmente Indiana Jones per un quinto del film e di 40 anni, sarebbe stato difficile, costoso e lunghissimo. 

"È il primo metodo pratico, completamente automatico e pronto per la produzione capace di far invecchiare i volti nelle immagini video", hanno spiegato i ricercatori. In passato sono stati fatti diversi tentativi per automatizzare il processo con le reti neurali e l’apprendimento automatico. E per le immagini statiche ci erano quasi riusciti, il problema erano i video. Come spiegano i ricercatori il rischio principale consiste nella perdita dell’identità facciale, la scarsa risoluzione e l'instabilità dei fotogrammi per le immagini in movimento. Ma Mangold ha assicurato che il risultato per Indiana Jones è impressionante.

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