Nel Metaverso di Facebook arrivano le “bolle” per proteggersi dalle molestie virtuali
Il Metaverso ha già un problema di molestie, ma non è una novità. Purtroppo da diversi anni tutte le esperienze online in realtà virtuale hanno dovuto fare i conti con un elemento preoccupante: i personaggi virtuali possono "toccare" liberamente gli altri avatar, invadendo il loro spazio personale e "assaltandoli" con tutto il loro corpo digitale. Non è un problema da poco, soprattutto se visto dagli occhi delle vittime di molestie nella vita vera. Assistere in prima persona (grazie a un visore per la realtà virtuale) a un personaggio digitale che ti viene addosso e ti tocca, anche se virtualmente, può triggerare nelle vittime di assalti sessuali un pericoloso stato d'ansia. Per questo si sono fin da subito rese necessarie delle "bolle" in grado di tenere a distanza gli altri utenti. Una soluzione che ora ha preso anche Meta per tutte le sue esperienze di Metaverso.
Lo ha annunciato l'azienda proprietaria di Facebook, che per le sue due esperienze virtuali, Horizon Worlds e Horizon Venues, ha introdotto il "confine personale", cioè una sorta di bolla che circonda il proprio avatar e che impedisce agli altri di avvicinarsi. In pratica, il sistema crea una barriera che tiene a una distanza di circa 1 metro e mezzo gli altri avatar, impedendogli di sconfinare nel nostro spazio personale. "Stiamo intenzionalmente rilasciando Confine Personale come sempre attivo, per impostazione predefinita, perché pensiamo che questo aiuterà a stabilire norme comportamentali" ha spiegato Meta in una nota. "In futuro esploreremo la possibilità di aggiungere nuovi controlli e modifiche all'interfaccia utente, come ad esempio permettere alle persone di personalizzare le dimensioni del proprio Confine Personale".
Il problema delle molestie nella realtà virtuale non è nuovo, ma presente in esperienze simili a quelle di Meta da diversi anni. Fin dai primi momenti di VR Chat, un'altra esperienza online simile, il pericolo di assalti virtuali è diventato molto concreto, tanto che è proprio nel software tuttora presente nel catalogo di Oculus che si è iniziato a sperimentare con le bolle personali. Sistemi che purtroppo si sono resi necessari anche nel software di Meta, dove lo scorso dicembre una donna ha denunciato una molestia virtuale. In un forum online dedicato a Horizon Worlds, l'utente ha spiegato di essere stata palpeggiata all'interno della piazza principale, il luogo in cui ci si ritrova inizialmente nel mondo virtuale. "C'erano altre persone presenti che hanno incoraggiato questo comportamento, facendomi sentire isolata" ha raccontato la donna.