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“Nel 2029 recupereremo un anno di vita”: cosa dice la teoria della velocità di fuga della longevità 

Secondo la teoria della Lev l’invecchiamento è un processo evitabile. Attraverso la tecnologia e le cure è possibile estendere la durata della vita umana. I sostenitori infatti chiedono ai ricercatori di investire sul campo per contrastare l’invecchiamento biologico.
A cura di Elisabetta Rosso
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Se investi abbastanza soldi tutto è possibile. Anche vivere per sempre. Non stupisce quindi che dietro alle grandi teorie per sconfiggere la morte ci siano miliardari con risposte semplici per problemi difficili. L'ossessione per la vita eterna si declina in diete ferree, trasfusioni di sangue, e corpi vetrificati da scongelare in un futuro positivista dove la medicina conosce la cura per ogni malattia. Non solo.

Esistono filosofie consolidate per raggiungere l'immortalità. Tra queste la velocità di fuga della longevità ( LEV ). Il nome è preso in prestito dalla fisica (la velocità di fuga è la velocità minima che un corpo, senza alcuna successiva propulsione, deve avere per potersi allontanare indefinitamente da un campo di forze a cui è soggetto. Allo stesso modo, i sostenitori della teoria prevedono che, in un futuro non troppo lontano, le persone saranno in grado di sfuggire alla forza debilitante della morte e vivere per sempre.

Per Ray Kurzweil, informatico e futurista, quel momento non è così lontano: "entro il 2029 le persone recupereranno un anno intero di longevità, e come se andassi indietro nel tempo e recuperassi un anno di vita". La grande domanda è: come? Per Kurzweil, "la ricerca medica, in particolare lo sviluppo di vaccini, sta progredendo abbastanza velocemente da consentire di recuperare circa quattro mesi di longevità all’anno." L'obiettivo della teoria è prolungare la durata della vita umana fino all'immortalità.

La teoria della Longevity Escape Velocity

la ricerca scientifica ha identificato diversi fattori che contribuiscono all'invecchiamento, tra questi i danni al DNA, la senescenza cellulare e l'accorciamento dei telomeri, che portando allo sviluppo di malattie legate all'età e, infine, alla morte. I progressi della biotecnologia e della genomica, potrebbero sviluppare terapie e interventi per contrastare l'avanzare dell'età.

Secondo la teoria della Lev, quindi, l’invecchiamento è un processo evitabile. Attraverso la tecnologia e le cure è possibile estendere la durata della vita umana. I sostenitori infatti chiedono ai ricercatori di investire sul campo per contrastare l'invecchiamento biologico.

Il termine è stato coniato dal biogerontologo e direttore scientifico della Longevity Escape Velocity Foundation, Aubrey de Gray nel 2004. In realtà però la velocità di fuga della longevità ha le sue radici negli anni '70, compare infatti nel saggio Next Stop di Robert Anton Wilson.

"Tutti sanno che l'invecchiamento è un male, ma nessuno fa nulla al riguardo", ha spiegato de Gray, “le persone rimangono così bloccate pensando che non si possa fare nulla. Non è così, e per questo portiamo avanti la nostra teoria".

Le critiche alla tesi di Kurzweil

Secondo Thomas Perls, direttore e fondatore del New England Centenarian Study, che studia i fattori genetici che contribuiscono alla longevità, "l’attenzione dovrebbe concentrarsi sulla lotta contro i disturbi legati all’età come l’Alzheimer, non sul tentativo di vivere per sempre". Non solo, le cure per poter davvero contrastare la morte e allungare sensibilmente la vita, rimangono, al momento, un sogno futuristico senza basi scientifiche.

“Sicuramente è possibile ritardare o addirittura evitare le malattie legate all’invecchiamento che potrebbero aumentare un po’ l’aspettativa o la durata della vita delle persone”, ha spiegato Perls a Insider, non trovare la cura per la vita eterna.

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