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Intelligenza artificiale (IA)

Nel 2024 l’intelligenza artificiale potrà prendere quattro strade diverse

Il 2023 è stato l’anno in cui il grande pubblico ha conosciuto l’intelligenza artificiale. Questa tecnologia sarà una delle protagoniste del 2024 ma è difficile che rimanga uguale ad adesso. Cambierà, anche grazie a un nuovo sistema di regolamentazioni.
A cura di Valerio Berra
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“Ci troviamo nel mezzo di quello che verrà ricordato come il grande balzo storico dell’inizio del terzo millennio. Dobbiamo fare in modo che la rivoluzione che stiamo vivendo resti umana”. L’intelligenza artificiale è arrivata anche nel discorso di fine anno di Sergio Mattarella. Il Presidente della Repubblica ha definito questa tecnologia come il motore di un progresso in grado di cambiare “le nostre abitudini professionali, sociali, relazionali”.

Certo. Le tendenze sono queste ma “intelligenza artificiale" è una definizione molto ampia che raccoglie “un arcipelago di cui fanno parte sistemi in grado di imparare e migliorarsi da loro stessi”. La definizione è di Luciano Floridi, professore di etica digitale alla Yale University. Proprio per questa vastità di usi e approcci è ancora difficile capire dove si muoverà questa tecnologia nel 2024. Abbiamo cercato comunque di individuare qualche sentiero.

1. La regolamentazione

I primi effetti dell’Ai Act dovrebbero vedersi nella primavera del 2024. L’Ai Act è il primo regolamento europeo sull’intelligenza artificiale. Dentro ci sono divieti per una serie di usi, obblighi per la trasparenza, paletti da rispettare per operare nel mercato europeo. È stato approvato il 9 dicembre, le norme più urgenti entreranno in vigore entro sei mesi dall’approvazione, tutte le altre entro due anni. Per approfondire vi lasciamo l’intervista a Brando Benifei, europarlamentare del PD tra i relatori del regolamento.

L’Ai Act è solo il primo passo. La direzione sembra chiara. A novembre il premier del Regno Unito ha convocato un un summit sull’intelligenza artificiale, a maggio i Ceo delle Big Tech sono stati convocati alla Casa Bianca per discutere dei rischi dell’intelligenza artificiale. E ancora. A marzo una serie di figure del settore, tra cui Elon Musk, avevano chiesto in una lettera di fermare gli esperimenti sull’intelligenza artificiale per definire nuove norme da seguire.

Se il 2023 è stato l’anno della scoperta di questa tecnologia, con buona probabilità il 2024 sarà l’anno in cui verranno chiariti i confini di questa esplorazione. L’obiettivo dei governi occidentali è quello di non farsi guidare dalle Big Tech e dalla rivoluzione tecnologica. Forse il passato è stato un buon maestro. Questa volta.

2. La trasparenza dei dati

Il 27 dicembre il New York Times ha dato una notizia su se stesso. Ha informato i sui lettori di aver fatto causa a OpenAi, la società che sviluppa ChatGPT. L’accusa è quella di aver usato gli articoli del giornale statunitense per addestrare la loro intelligenza artificiale. La dinamica è nota. Questi software hanno bisogno di quantità colossali di dati per poter essere addestrati.

È un lavoro immenso ed è abbastanza ovvio che le società che lavorano su questi modelli non sono le stesse che producono i dati. Spesso pescano informazioni da tutto quello che c’è online, senza dare troppa attenzione al diritto d’autore. Questo meccanismo è palese nelle intelligenze artificiali che si occupano di immagini: quando chiediamo a Bing di creare un'immagine in stile Pixar, su quali dati si sarà mai allenata?

Capire come nascono le intelligenze artificiali sarà fondamentale nel 2024. Sia per la tutela del diritto d’autore, sia per capire i problemi nei settori più strategici. Se questi software dovessero essere utilizzati in campi come sicurezza o sanità, forse sarà meglio sapere come sono nati e come si sono strutturati.

3. Il mercato fuori dagli Stati Uniti

BaiDu è il più grande motore di ricerca cinese. A marzo del 2023 ha lanciato ErnieBot, un chatbot basato sull’intelligenza artificiale che avrebbe dovuto diventare un rivale di ChatGPT. Alla fine non si è rivelato così sveglio ma poco importa. Con l’attenzione e la quantità di investimenti attorno all’intelligenza artificiale vedremo molti più software legati a questa famiglia di algoritmi. Per adesso il soft power dell’intelligenza artificiale per il mercato di massa è tutto in mano agli Stati Uniti. La prossima intelligenza artificiale potrebbe venire da altri Paesi. Dalla Cina magari, o proprio dall’Europa. Il caso TikTok insegna. La Silicon Valley è potente ma non eterna.

4. Le startup

Il 2024 sarà l’anno delle declinazioni dell’intelligenza artificiale. D’altronde il mercato sembra essere organizzato su due livelli: società più grandi che sviluppano i modelli principali e società più piccole che applicano quei modelli per usi specifici. Sarà interessante vedere tutte le applicazioni dell’intelligenza artificiale. Qui possiamo riprendere la profezia di Bill Gates del 1980: “Un computer in ogni scrivania”. Oltre 40 anni dopo può diventare “Un’intelligenza artificiale per ogni cosa”.

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