Nel 2021 Meta ha speso 27 milioni di dollari per la sicurezza di Mark Zuckerberg
Mettere in sicurezza Mark Zuckerberg costa: l'anno scorso Meta ha speso circa 27 milioni di dollari per proteggere il suo CEO, inclusi famigliari e case. A ciò si aggiungono 10 milioni di dollari al lordo per indennità e 1,6 milioni di dollari per un aereo privato. Cifre che rappresentano un aumento del 6% rispetto al 2020, quando la società ha speso 23,4 milioni di dollari per lo stesso proposito. È quanto emerso da un rapporto di Bloomberg.
Con questi numeri, Mark Zuckerberg resta uno dei leader tecnologici più pagati in termini di sicurezza personale. Google ha pagato 4,3 milioni di dollari per Sundar Pichai; Snap 2,3 milioni di dollari per Evan Spiegel; Amazon 1,6 milioni di dollari per Jeff Bezos, mentre Twitter ha speso quasi $ 64.000 per Parag Agrawal, secondo i documenti normativi. In breve, Meta ha pagato più di tutte le società citate messe insieme.
Del resto, Zuckerberg è "sinonimo" dell'azienda, per cui metterlo al sicuro è una priorità, soprattutto considerata la grande pressione mediatica, legislativa e normativa a cui si sottopone. Qualsiasi sentimento negativo associato a Meta si ripercuote su di lui. Si parla di uno dei dirigenti più noti al mondo, in parte grazie all'enorme bacino di utenza delle app di Meta (Facebook, Instagram e Whatsapp), in parte per la sua costante esposizione ai media globali.
L'estate scorsa la società Meta è ritornata sotto i riflettori dopo che l'informatica Frances Haugen, che dal 2019 al 2021 ha lavorato per Facebook, ha rivelato decine di migliaia di documenti interni di fronte alla Securities and Exchange Commission. Una rivelazione che ha messo in evidenza quanto Meta sia più interessata al profitto che alla sicurezza, data l'influenza dei social di Zuckerberg in ambiti come la salute mentale degli adolescenti e la disinformazione sui cambiamenti climatici, e non solo. In base a quanto riportato da Haugen davanti al Congresso americano, Meta ha fatto in modo che questi problemi passassero in secondo piano per favorire la crescita degli utenti.