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Elon Musk non paga l’affitto per le sedi di Twitter, e ora ha un debito di 140.000 dollari

Il nuovo Ceo ha provato a risparmiare su ogni fronte, i dipendenti hanno dovuto portare la carta igienica in ufficio e spegnere i server la vigilia di Natale.
A cura di Elisabetta Rosso
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Da settimane Twitter non paga l’affitto del suo quartier generale, in realtà di nessuno dei suoi uffici sparsi per il mondo. La mossa fa parte del piano di Elon Musk per ridurre all’osso ogni spesa, il Ceo sperava infatti di rinegoziare i termini del contratto di locazione. Ora però, secondo il New York Post, avrebbe un buco di quasi 140.000 dollari di affitto non pagato.

Il proprietario della sede di San Francisco, Columbia Reit – 650 California LLC, ha spiegato di aver notificato il mancato pagamento a Twitter il 16 dicembre. Non avendo ricevuto una risposta ha fatto causa al social chiedendo il risarcimento.

Il piano di Elon Musk

Il secondo uomo più ricco del mondo sta cercando di risparmiare su ogni fronte. Ha ridotto la sede dell’azienda in California Street da quattro a due piani, ha licenziato il personale addetto alle pulizie e alla sicurezza, e la vigilia di Natale ha ordinato ai suoi dipendenti di spegnere tutti i server del data center di Sacramento.

Sull’affitto delle sedi Elon Musk era stato chiaro, costavano troppo e Twitter non poteva reggere più la spesa, per questo ha chiesto ai suoi dipendenti di rinegoziare l’accordo. E ora la società è stata sfrattata dall'ufficio di Seattle e dovrà affrontare una causa per la sua sede di San Francisco, che ha accumulato un debito di 136.260 dollari.

Altre pratiche illegali

Pur di non spendere, il piano di Elon Musk è sfociato anche in pratiche non legali. Nelle ultime settimane, oltre al mancato pagamento dell’affitto, diverse aziende hanno accusato Twitter di trattenere gli stipendi di appaltatori, fornitori, commercialisti e consulenti che lavorano su progetti normativi chiave.

Non solo, l’azienda è anche stata citata in giudizio per il presunto mancato pagamento di quasi 200.000 dollari di voli charter privati ​​effettuati la settimana in cui Musk è subentrato.

Cosa c’è dietro i tagli di Twitter

Elon Musk ha acquistato Twitter per 44 miliardi di dollari alla fine di ottobre, e in diretta sul social il Ceo ha paragonato la compagnia a un "aereo che si dirige verso terra ad alta velocità con i motori in fiamme e i controlli non funzionano." Twitter, ha spiegato, “avrebbe avuto un debito di 3 miliardi di dollari nel 2023. Ecco perché ho passato le ultime cinque settimane a tagliare i costi come un matto".

I tagli di Musk hanno comunque un prezzo. Gli utenti di tutto il mondo a fine dicembre hanno segnalato interruzioni del servizio, alcuni sono stati disconnessi, altri hanno avuto problemi ad accedere. Twitter non ha lasciato dichiarazioni, eppure fonti interne hanno spiegato che lo stop temporaneo sarebbe stato un problema semplice da risolvere se i data center, ora chiusi per ordine di Musk, fossero stati operativi.

Tutti risparmi folli della società

La riduzione dei costi è stata supervisionata da Steve Davis, il capo della startup di tunneling di Elon Musk, la Boring Company, e Jared Birchall, il capo del family office del miliardario.

Da inizio di novembre, il nuovo Ceo di Twitter, insieme ai suoi supervisori, ha cercato di risparmiare circa 500 milioni di dollari, secondo un documento interno visto dal New York Times. Ha anche licenziato quasi il 75% della forza lavoro dell'azienda da quando ha completato l'acquisto. Solo nell’ultima settimana, ha tagliato metà dei 30 dipendenti del team di politiche pubbliche. Ai manager superstiti di Twitter, inoltre, è stato imposto il "budget a base zero", un metodo che analizza le esigenze e i costi di un'organizzazione partendo da una "base zero", ovvero da nessuna allocazione di fondi all'inizio di ogni periodo.

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