“Minimo due notti per prenotare su Airbnb”: la stretta del governo per le città turistiche in Italia
È una guerra di lunga data quella degli albergatori che tutto d'un tratto si sono trovati in casa una concorrente agile ed economico che ha sfruttato tutto il potenziale del web: Airbnb. Ma le cose stanno per cambiare. Sul tavolo della ministra del Turismo, Daniela Santanchè c'è un disegno di legge che vuole cambiare le regole del gioco, dando qualche punti di vantaggio a Federalberghi (che si lamenta da tempo). "Per fronteggiare il rischio di un turismo sovradimensionato rispetto alle potenzialità ricettive locali", e salvaguardare "la residenzialità dei centri storici ed impedirne lo spopolamento" per prenotare su Airbnb è necessario un soggiorno di almeno due notti. L'unica eccezione sono i "nucleoi familiare numerosi composti da almeno un genitore e tre figli", tutti gli altri dovranno chiamare l'albergo.
Sarà anche obbligatorio per chi affitta più di quattro appartamenti, presentate una comunicazione che attesti l'attività, verrà creata appositamente una nuova categoria per chi si trova a metà tra un albergatore e qualcuno che semplicemente mette a disposizione la propria casa per periodi brevi. Chi non rispetta le regole dovrà pagare sanzioni fino a 5.000 euro. "È evidente che chi affitta una stanza della propria casa o ha avuto un appartamento in eredità e magari lo fa per arrotondare e arrivare a fine mese è un conto, rispetto a chi ha venti appartamenti e ne fa una professione”, ha spiegato Santanchè.
I problemi del disegno di legge
Il provvedimento arriva dopo le numerose lamentele di Federalberghi, e infatti vuole soddisfare le richieste degli albergatori che hanno dovuto fronteggiare una competizione feroce con Arbnb, più agile, spesso economica, e conveniente per chi, viaggiando in gruppo può dividersi le spese affittando un intero alloggio. Ma come sempre la coperta non è così grande da accontentare tutti e infatti l'iniziativa va contro le richiese dei sindaci delle grandi città turistiche. Avevano infatti chiesto di mettere un tetto agli affitti brevi a 120 giorni l’anno per porre rimedio all’emergenza abitativa, e limitare l'impennata degli affitti. La proposta portata avanti dal sindaco di Firenze Dario Nardella è però incompatibile con il disegno di legge presentato da Santanchè.
Il limite delle due notti per il pernottamento verrà applicato ai 14 comuni metropolitani (Roma, Milano, Napoli, Torino, Bari, Palermo, Catania, Bologna, Firenze, Venezia, Genova, Messina, Reggio Calabria, Cagliari) e ad altri 950 comuni "ad alta densità turistica". Esenti invece i comuni con meno di 5000 abitanti. Marco Celani, presidente di Aigab, l’associazione dei property manager ha spiegato che “l’impatto economico di questa misura è sicuramente depressivo." Aggiunge: "Solo una parte verrà recuperata dal mondo alberghiero e una parte si trasformerà in allungamento di pernotti altrove o in nero. In modo pragmatico, anche per le famiglie numerose sarà difficile pernottare una notte, dal momento che, chi si adeguerà alla normativa applicherà un minimum stay di due notti e sul mercato non si dovrebbero più trovare la possibilità di soggiornare due notti perché nessuno potrà, anche per motivi di privacy, verificare la consistenza dei nuclei familiari”.