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Minacce a Pengwin, l’uomo delle scommesse di Dazn: un hacker è entrato nella sua mail

Kristian Tumidajevicz, classe 1996, è noto sui social come Pengwin. Negli ultimi anni ha acquisito popolarità come tipster, un esperto di calcio che suggerisce su cosa puntare per vincere le scommesse. Dal 2021 Tumidajevicz è stato minacciato da un criminale informatico che è entrato nella sua casella di posta.
A cura di Valerio Berra
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“Paga o metto le foto di tua madre sui siti di escort”. È questo uno dei messaggi arrivati a Kristian Tumidajevicz, conosciuto sui social come Pengwin. Come spiega Repubblica questi messaggi sono arrivati dopo che un hacker è entrato nella sua casella di posta e ha sottratto dati e documenti sensibili. Tra i messaggi registrati dalla polizia postale ci sono anche frasi come: “Pinguino paga o salterà la tua reputazione” o “La morte sta arrivando”.

Classe 1996, il Pengwin si è tagliato uno spazio sui social come tipster, una figura forse poco nota a chi non segue il calcio. Nel gergo delle scommesse i tipster sono quelli che forniscono i suggerimenti, le “tip” appunto, per le partite così  da avere più probabilità di azzeccare le scommesse. Quasi 1 milione di follower solo su Instagram, il Pengwin dalla scorsa stagione è diventato anche un volto di Dazn.

Come è iniziata l’estorsione a Pengwin

Dalle carte dell’inchiesta si legge che si tratta di una storia datata. Secondo gli investigatori l’hacker, che Repubblica riporta con il nome di Marco Amendola, era riuscito a entrare nella mail del Pengwin gà nell’ottobre del 2021. Prima l’hacker ha sfruttato i dati rubati dalla mail per emettere fatture a nome della società del Pengwin e poi per entrare nei suoi conti di gioco e prelevare le vincite ottenute dalle scommesse.

Non solo. In una seconda fase l’hacker sarebbe passato alle minacce dirette. Avrebbe contattato più volte Kristian Tumidajevicz per chiedere soldi minacciando di rovinare la sua reputazione o mettere le foto di sua madre su in sito di escort con tanto di numero telefonico. Le indagini si sono concluse con un rinvio a giudizio chiesto dal pm del Tribunale di Roma Claudio Santangelo.

Dal punto di vista più tecnico tutta la dinamica dell'attacco subito da Tumidajevicz è abbastanza atipico. La maggior parte delle campagne di hacking di questo tipo si basano su attacchi di massa che portano a saccheggiare i dati dalle caselle di posta per poi rivenderli al miglior offerente. Un attacco del genere invece è mirato, l'hacker ha scelto un bersaglio noto, ha continuato a perseguitarlo e seguito diverse strade per estorcere denaro. I reati contestati infatti sono parecchi, dall'accesso abusivo al sistema informatico all'estorsione.

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