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Metaverso

“Mi hanno molestata nel metaverso”: la denuncia di una utente accusa l’app di Zuckerberg

L’app del gruppo Meta che connetterà gli utenti in realtà virtuale in un mondo online e persistente è stata lanciata pochi giorni fa, ma presenta già problemi di non poco conto.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Sono passate poche settimane da quando Mark Zuckerberg ha svelato i suoi piani per la costruzione di un Metaverso e cambiato il nome della sua azienda in Meta per segnalare la serietà delle sue intenzioni in merito. Più di recente il gruppo ha aperto al pubblico il primo prodotto che connetterà gli utenti in un ambiente condiviso online e in realtà virtuale, ovvero Horizon Worlds. Purtroppo però il mondo digitale del gruppo Meta ha già dato prova di saper essere spiacevole e minaccioso quanto quello reale: stando a quanto ammesso dall'azienda, poche settimane fa una utente ha riferito infatti di aver subito delle molestie sessuali da parte di uno sconosciuto sulla piattaforma.

La denuncia online

L'utente in questione è una delle persone invitate a partecipare al programma di anteprima della piattaforma, e l'incidente ha avuto luogo il 26 novembre. Nel forum di discussione dedicato alla sperimentazione dell'app la donna ha riferito di essere stata palpeggiata all'interno della piazza principale che raccoglie la maggior parte degli utenti al momento della connessione a Horizon Worlds; in aggiunta — ha raccontato l'utente — "C'erano altre persone presenti che hanno incoraggiato questo comportamento, facendomi sentire isolata".

Mondo virtuale, molestia reale

Utilizzare verbi che afferiscono al mondo fisico come "palpeggiare" può suonare bizzarro parlando di un universo digitale in cui il senso del tatto non è (ancora) implementato. Per accedere a Horizon Worlds in effetti gli utenti indossano semplicemente un visore e gesticolano impugnano dei controller; l'interazione avviene soltanto attraeverso la voce e i movimenti. La dissonanza non deve però spingere a sminuire l'incidente: come ha fatto notare la donna nel suo racconto "Le molestie sessuali non sono uno scherzo su Internet", dove ogni giorno le vittime di hater, di violenza verbale, di minacce e di altri abusi sono già incalcolabili. "Subire questi comportamenti in realtà virtuale aggiunge un ulteriore livello che rende il tutto più grave".

La risposta di Meta

Messa al corrente dei fatti l'azienda ha simpatizzato con l'utente e ha spiegato che, per difendersi dai comportamenti aggressivi o spiacevoli di altri iscritti, è possibile attivare una funzione chiamata Safe Zone: l'opzione manifesta una bolla d'aria attorno al proprio personaggio, che non può essere penetrata da nessuno degli altri utenti né da ciò che questi dicono o fanno. In questo modo però chi utilizza la Safe Zone si scherma in modo indiscriminato dal contatto con tutti gli altri estranei presenti — una soluzione non esattamente ideale, che per altro scarica la responsabilità e il peso della propria sicurezza sulle spalle di chi sta subendo gli abusi.

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