Meta licenzierà altri 10.000 dipendenti, per Zuckerberg: “Sarà dura ma non c’è modo di evitarlo”
Continua il giro di teste. Meta licenzierà altri 10.000 dipendenti. È il secondo grande taglio per l’azienda di Zuckerberg, che già a novembre aveva deciso di lasciare a casa 11.000 lavoratori. La notizia è stata comunicata, non a caso, pochi giorni dopo la pubblicazione dei risultati del terzo trimestre del 2022. Numeri difficili per l’azienda che ha visto diminuire progressivamente le entrate pubblicitarie.
Tra le cause Zuckerberg cita i tassi di interesse più elevati, un panorama geopolitico instabile e un controllo normativo sempre più stringente. “La nuova realtà economica porta a una una crescita più lenta e maggiori costi per l’innovazione". Un ambiente macroeconomico non ottimale che "continuerà per molti anni".
I nuovi tagli di Meta
I licenziamenti avverranno nei prossimi due mesi, verranno lasciati a casa membri dei team aziendali, di reclutamento e tecnologici di Meta, come ha spiegato Zuckerberg nel post: "Aggiornamento sull'anno di efficienza di Meta”, pubblicato oggi sulla pagina ufficiale dell’azienda. Taglierà così il 12% del personale e chiuderà anche 5.000 offerte di lavoro.
Se lo aspettavano tutti. Il Washington Post a febbraio aveva già spiegato che Meta si stava preparando a licenziare migliaia di dipendenti. Il Wall Street Journal invece aveva previsto che il nuovo round avrebbe eguagliato le cifre di novembre. Anche se, parole di Zuckerberg, proprio i licenziamenti a fine 2022 dovevano essere una soluzione “per ridurre al minimo la possibilità di dover fare la stessa cosa nel prossimo futuro”. Non è andata così. Nell'annuncio si legge anche: “Sarà dura e non c'è modo di evitarlo. Significherà dire addio a colleghi talentuosi e appassionati che hanno contribuito al nostro successo. Si sono dedicati alla nostra missione e sono personalmente grato per tutti i loro sforzi”.
Licenziare per fare colpo sul mercato
Non sono stati primi e non saranno gli ultimi. In un anno finanziariamente molto difficile per le Big Tech, i licenziamenti sono anche un modo per essere più appetibili sul mercato. I recenti tagli hanno fatto salire le azioni di società come Alphabet, Spotify, Salesforce, o Zoom. E questo fenomeno potrebbe continuare per tutto il 2023. Come ha spiegato l'analista di Wedbush Daniel Ives a Forbes, i licenziamenti costituiscono il "primo grande passo nella stabilizzazione dei titoli in difficoltà”, soprattutto dopo le ambiziose assunzioni durante la pandemia.
All’apparenza infatti i grandi licenziamenti potrebbero denunciare un’azienda in difficoltà, ma gli investitori guardano il mercato in modo diverso, e i nuovi tagli potrebbero quindi essere un segnale positivo che va ad indicare un’azienda decisa a rimanere redditizia.