Mattia Coffetti, chi è l’uomo con cinque chip nel corpo che ora è indagato nell’inchiesta sui dati rubati
I dati corrispondono. L’anno di nascita, i rapporti con le associazioni che si occupano di analisi informatiche e anche il numero di telefono registrato nelle intercettazioni. Tra gli indagati dell’inchiesta sulla società di consulenza Equalize c’è anche Mattia Coffetti. Classe 1988, bresciano, Coffetti è un esperto di cyber security. Nelle carte delle indagini c’è un intero capitolo dedicato a lui. Da qui leggiamo che Coffetti partecipava alle ricerche di Equalize anche se “non è chiaro il rapporto di dipendenza con il gruppo”.
Coffetti però è già noto alle cronache. Per tutt’altro. Nell’estate del 2023 la sua storia era stata ripresa da molti giornali, compresa Fanpage.it. Lo avevamo intervistato perché si era appena installato un nuovo chip sottopelle. Coffetti è, tra le altre cose, un biohacker: usa la scienza per modificare il suo corpo. Nel corso degli anni Coffetti si è fatto installare cinque chip. La maggio parte sono tag NFC, la stessa tecnologia che usano per pagare con il Pos attraverso il nostro smartphone.
I chip di cui aveva parlato a Fanpage.it non sono legati all’inchiesta. Sono piccoli tag su cui è possibile caricare telecomandi o carte di credito. Dispositivi grandi come un chicco di riso che possono essere facilmente impiantati sottopelle con un minuscolo intervento. Nulla di paragonabile ai temi trattati nell’inchiesta che ha svelato le attività di Equalize, arrestato Carmine Gallo e aperto più di un dubbio sulla tenuta della struttura informatica del nostro Paese.
Il ruolo di Mattia Coffetti nell’inchiesta hacker
Dalle carte delle indagini stanno emergendo i profili di tutti gli hacker coinvolti nell’inchiesta. Chiariamolo. Non tutti sono indagati e in ogni caso bisognerà aspettare il processo per definire i loro ruoli. Molti di questi hacker sono già noti nella scena italiana. Ad esempio Gabriele Edmondo Pegoraro, ingegnere informatico che in passato aveva trovato la traccia informatica che nel 2019 ha permesso di individuare il latitante Cesare Battisti.
Tra questi esperti che orbitavano attorno a Equalize si parla spesso di Mattia Coffetti. Nelle carte dell’inchiesta si parla di lui come “vero e proprio hacker”. Non solo, si parla anche di un’azienda creata da Coffetti stesso nel settembre del 2023 che avrebbe dovuto lavorare a stretto contatto con Equalize. Leggendo le intercettazioni sembra che il suo ruolo fosse soprattutto tecnico, legato alla collaborazione con Angelo Samuele Abbadessa, altro protagonista di questa inchiesta.