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Mark Zuckerberg sta creando un’intelligenza artificiale simile a quella umana, e questo è un problema

Il Ceo di Meta ha annunciato in un post su Facebook la sua AGI (Artificial General Intelligence) che vuole rendere open source, secondo gli esperti è una scelta irresponsabile e pericolosa.
A cura di Elisabetta Rosso
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É il sogno proibito della Silicon Valley. In questo momento nei laboratori delle Big tech squadre di ingegneri ed esperti stanno cercando di realizzare un'Artificial General Intelligence (AGI), in italiano l'intelligenza artificiale forte, capace di apprendere qualsiasi compito intellettuale che può essere svolto da un essere umano. Per anni il progetto è stato accantonato, alimentato solo dai racconti di fantascienza, secondo i ricercatori infatti l'intelligenza umana era troppo complessa per essere replicata completamente. Ora Mark Zuckerberg ha pubblicato un video su Facebook per dare “alcuni aggiornamenti sul nostro impegno nel campo dell'intelligenza artificiale”.

Il Ceo di Meta ha spiegato: “Il piano a lungo termine è quello di creare un'intelligenza artificiale forte, renderla open source in modo responsabile e renderla ampiamente disponibile in modo che tutti possano trarne vantaggio”. Ha poi aggiunto. "Questa tecnologia è così importante e le opportunità sono così grandi che dovremmo aprire la fonte e renderla ampiamente disponibile come possiamo, in modo che tutti possano beneficiarne.” Non la pensano tutti così, e infatti Zuckerberg è stato criticato dagli esperti del settore. La sua sarebbe una strategia irresponsabile e "decisamente spaventosa", ha sottolineato Dame Wendy Hall, professoressa di informatica presso l’Università di Southampton e membro dell’organo consultivo delle Nazioni Unite sull’IA.

Cos'è l'intelligenza artificiale forte

AGI, l'Artificial General Intelligence o intelligenza artificiale forte, è un software in grado di risolvere problemi generali. L'IA debole, al contrario, è un programma in grado di affrontare ambiti specifici per i quali è stata programmata, per esempio l'algoritmo in grado di giocare a scacchi, non ha un'autoconsapevolezza, è solo un problem solver specifico e parzialmente intelligente. "AGI, (Artificial General Intelligence), è un’estensione di alcuni sistemi di IA in grado di svolgere diversi problemi. Sono multitask IA, in contrapposizione con l’IA che riesce a risolvere un solo problema", aveva spiegato a Fanpage.it Luca Iocchi, professore Ordinario di Ingegneria Informatica, Automatica e Gestionale all'Università La Sapienza di Roma.

L'IA forte invece potrebbe risolvere in modo indipendente problemi di carattere generale. L'AGI è il prossimo obiettivo, e Zuckerberg non è solo in questa corsa. A dicembre infatti sono emerse indiscrezioni sul progetto Q* di Open AI, che secondo i ricercatori dell'azienda potrebbe "minacciare l'umanità".

Il progetto di Mark Zuckerberg

Nel post su Facebook Zuckerberg ha scritto anche: “Stiamo costruendo un'enorme infrastruttura di elaborazione per supportare questa roadmap futura". Ha poi aggiunto: "Sono anche molto entusiasta dei nostri progressi nella realizzazione di nuovi dispositivi informatici incentrati sull'intelligenza artificiale come gli occhiali intelligenti Ray Ban Meta. Molto altro in arrivo."

Non solo, in un'intervista a The Verge ha sottolineato che la sua intelligenza artifciale riuscirà a svolgere diversi compiti, avrà capacità diverse, e sarà in grado di ragionare e avere intuizioni. Processi che finora sono rimasti competenze esclusivamente umane. Non sono però chiare le tempistiche necessarie per realizzare l'IA promessa da Zuckerberg.

L'allarme degli esperti

Zuckerberg ha anche spiegato che Meta avrebbe preso in considerazione la possibilità di rendere la sua AGI open source, quindi disponibile agli sviluppatori e al pubblico che potranno utilizzare e adattare alle proprie esigenze il modello di intelligenza artificiale Llama 2 dell’azienda. E questo è un problema.

“È davvero qualcosa di spaventoso, l'AGI non può essere rilasciata al grande pubblico, prima è necessario capire come regolare questi sistemi di intelligenza artificiale molto potenti", ha commentato Dame Wendy Hall. “Nelle mani sbagliate una tecnologia come questa potrebbe fare molto male. È così irresponsabile che un’azienda lo suggerisca”.

Hall ha anche aggiunto: “Per fortuna penso che servano ancora molti anni prima che un’aspirazione del genere possa essere raggiunta in modo significativo, quindi abbiamo il tempo di mettere in atto i sistemi di regolazione. Ma è una questione di sicurezza pubblica, questo lavoro deve progredire con una certa urgenza”.

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