video suggerito
video suggerito
Attentato a Donald Trump in Pennsylvania

Manca qualcosa nella storia di Marco Violi, l’uomo accusato per gli spari a Trump: è la parte più inquietante

Nelle prime ore dopo l’attentato una lunghissima serie di account sui social ha condiviso la foto di Marco Violi. Il responsabile del sito italiano Romagiallorossa.it è da anni al centro di una campagna di diffamazione che affonda negli aspetti più torbidi dei social.
A cura di Valerio Berra
2 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Manca un pezzo in tutta la storia di Marco Violi, il responsabile del portale Romagiallorossa.it che per qualche ora i social hanno accusato di essere l’uomo che ha sparato a Donald Trump. Meglio specificarlo, il vero attentatore si chiama Thomas Matthew Crooks ed è stato ucciso da un agente della sicurezza pochi istanti dopo aver premuto il grilletto contro l’ex presidente.

Nelle ore dopo l’attentato alcuni account di X (fu Twitter) hanno condiviso una sua foto indicandolo come l’attentatore di Donald Trump. Violi, spiega al Messaggero, si è svegliato sommerso dalle notifiche. Dai social la notizia è arrivata in tutto il mondo, ripresa da canali Telegram e account Twitter che hanno generato milioni di interazioni.

Prima è circolato Mark Violets, il nome attribuito nel tweet. Poi il suo vero nome. Il suo volto è andato in trend su X negli Stati Uniti, in un vortice di notizie che ha travolto Violi per ore. Le voci si sono spente solo quando il nome del vero attentatore è stato diffuso dalle forze dell’ordine. Uno scherzo finito male, si potrebbe pensare. Ma dietro questa storia c’è molto di più.

Violi e il periodo dalla #Violination

Marco Violi ha spiegato ai giornali che i primi messaggi sono arrivati da due “account che da sei anni mi perseguitano”. Uno di questi account citati da Violi @moussolinho, che ora nella biografia scrive “Quello che ha fatto quasi scoppiare una guerra civile in America”. Nella foto di copertina mostra fiero un screenshot con Mark Violets in trend su X negli Stati Uniti.

Ma guardando meglio c’è un dato che è ancora manca. La fake news di Mark Violets è solo l’ultimo atto di una lunga campagna su Twitter che si muove attorno la periferia del mondo del calcio. Nel novembre del 2021 era diventato virale l’hashtag #VioliNation. Anche qui. Virale forse è riduttivo. Questo hashtag si riferiva a un Twitter Space che in un certo momento ha interessato celebrity è istituzioni. In un vecchio articolo dell’agenzia stampa Agi si possono ancora trovare riferimenti a questo hashtag in tweet di Fedez e nell’account ufficiale della Serie A.

In questo Twitter Space venivano condivise a ripetizione canzoni scritte e cantate da Mario Violi, soprattuto cover in chiave romanista. Certo parole e intonazione era discutibili. Il Twitter Space veniva gestito sempre da @moussolinho le canzoni erano trasmesse senza il consenso di Marco Violi. Ovviamente, anche qui, l’intento era prenderlo in giro. Possiamo anche dirlo meglio: l'intento era fare del bullismo.

Una crociata contro un account

Si tratta di una forma di accanimento, ovviamente. @moussolinho, manca il nome, rivendica tutto e su X ha aperto un thread in cui mostra una serie di screenshot o di clip di Marco Violi. Stando alle clip si sentono frasi omofobe, si leggono tweet in cui annuncia la sua morte (vera o tentata) proprio a seguito del cyberbullismo. Tutto materiale, se confermato, che certo non fa onore a Violi ma che non può legittimare in alcun modo quello che sta succedendo.

C'è poi un altro punto. A giudicare dai toni con cui riprende le citazioni dei giornali in questi giorni, sembra che lo scopo di @moussolinho sia fondamentalmente lo stesso dei mattonisti, un giro di account che mesi fa ha attaccato Gino Cecchettin durante una sua ospitata a Che tempo che fa. L’obiettivo non è colpire una persona ma fare casino, creare meme, farsi citare. Pazienza se poi una persona finisce attaccata da centinaia di account con l’accusa di aver sparato a un’ex presidente degli Stati Uniti.

2 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views