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Intelligenza artificiale (IA)

Madame ha provato a suonare una canzone scritta dall’intelligenza artificiale

La cantante ha deciso di comprare un pianoforte per il suo compleanno. Dopo aver cercato invano uno spartito ha deciso di chiedere all’intelligenza artificiale di scriverglielo.
A cura di Elisabetta Rosso
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Sembrano gli esercizi del Pozzoli, il quaderno rosso mattone che, chiunque abbia pensato anche solo per una settimana di cominciare a suonare il piano seriamente, ha comprato. L’intelligenza artificiale (IA) al momento è brava a fare tante cose, sulla composizione musicale zoppica un po’. In un video caricato sui social, Madame ha fatto qualche esperimento con il suo pianoforte nuovo di zecca. Non riuscendo a trovare lo spartito di un brano ha deciso di chiedere all’intelligenza artificiale di recuperarlo. Il risultato non è stato come si aspettava.

L'IA ha prodotto una successione basica, goffa in qualche passaggio, che ha ricordato un po’ gli esercizi per rendere più autonomo il dito medio dall'anulare. Con la mano destra che stressa sempre sugli stessi tre tasti e la sinistra che ribatte dei bassi molto prevedibili. L'Intelligenza artificiale non è nata per essere creativa, al massimo per stimolare la creatività degli altri. Non stupisce quindi che il brano per pianoforte sia una prevedibile sequenza di suoni. L'IA rimescola semplicemente strutture pescate dal web, riproponendo un collage sonoro che vuole vincere facile e per questo scade nel banale.

Il video pubblicati su Instagram

“Il 16 gennaio ho compiuto la bellezza di 21 anni, ho detto ci facciamo un regalino. Macchina non serve, non ho ancora la patente. Esclusa la macchina mi sono detta un orologio, un gioiello, ma quelli te li regalano i morosini, e così ho detto ok, potrei prendere un pianoforte. Eccolo”. E mostra nel video i tasti bianchi e neri. “Al di là dei brani di Einaudi imparati con un tutorial su YouTube non so fare niente, so che questo è un Do, è questo è un Si, a orecchio posso fare le melodie. Io però volevo imparare un brano, ma l’unico brano che volevo imparare, dove sono gli spartiti? Inesistenti”.

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Così racconta, che, su suggerimento di un’amica ha deciso di far scrivere lo spartito all'intelligenza artificiale, “io li ho letti e di quel poco che ho capito sono riuscita a tirare fuori questo”, inizia a suonare qualche battuta di un brano non esattamente brillante. “In conclusione l’unica cosa buona che è stata fatta per questo pianoforte è stato dargli un nome, Steven”, conclude Madame.

Musica e intelligenza artificiale

In realtà musica e IA hanno già una storia ben consolidata, ma con gli ultimi sviluppi le macchine possono (almeno a livello tecnico) creare, produrre, suonare interi album. Su Aiva già si può fare. L’IA immagazzina, elabora, mescola e poi produce pezzi originali. L'algoritmo si basa su architetture di apprendimento profondo e apprendimento per rinforzo, e così il compositore elettronico è in grado di proporre generi differenti: pop, rock, tango, elettronica. Per creare il proprio brano basta accedere, selezionare lo stile, gli strumenti, la durata del brano, i bpm e la nota dominante. Poi basta cliccare su “Genera” e in 15 secondi Aiva produce un brano seguendo le indicazioni dell’utente. Oppure in modo molto più semplice, come ha fatto Madame si può commissionare uno spartito all’IA e poi suonarlo.

Se dal punto di vista tecnico ci siamo, sul versante artistico l’IA arranca. Per dirla alla Nick Cave, “è una stronzata”. L’artista ha infatti risposto così quando un fan gli ha mandato una proposta di brano scritto dall’IA nello stile di Nick Cave. "La canzone è una grottesca presa in giro di ciò che significa essere umani", ChatGPT è un esercizio di “replica come parodia”. D’altronde punto di vista tecnico il chatbot non può creare nulla, rimescola semplicemente parole o strutture pescando dal web a seconda di ciò che l’utente chiede. Quindi nel caso della canzone in stile Nick Cave ha restituito sì l’atmosfera scura dell’artista ma ha svuotato di significato il brano. "Scrivere una buona canzone non è imitazione, o replica, è il contrario", ha commentato l'artista.

L'intelligenza artificiale non soppianterà gli artisti. Potrebbe diventare il nuovo colletto blu del mercato musicale per creare jingle, sigle, brani “funzionali”, e evitare il continuo ricorso alla musica stock o library. Se usata bene può trasformarsi anche in una risorsa per addestrare modelli di apprendimento automatico con i dati per raggiungere determinati sound, o alimentare le reti neurali degli algoritmi con preferenze melodiche e pattern ritmici.

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