L’Ue avvisa TikTok: “Hai 24 ore per eliminare le fake news sulla guerra tra Israele e Hamas”
Era solo questione di tempo, la lettera urgente dell'Unione europea era già arrivata a X, a Meta, e ora è il turno di TikTok. L'amministratore delegato Shou Zi Chew dovrà "intensificare urgentemente" gli sforzi per eliminare dal social i contenuti illegali e fuorvianti, e "entro le prossime 24 ore" dovrà spiegare quale strategia metterà in atto per conformarsi alla legislazione europea. "TikTok ha l'obbligo di proteggere i bambini e gli adolescenti dai contenuti violenti e dalla propaganda terroristica, nonché dalle sfide mortali e dai contenuti potenzialmente pericolosi per la vita", ha spiegato il commissario europeo per il mercato interno Thierry Breton in un post su X.
Le tre lettere sono state inviate a distanza di giorni perché la guerra tra Israele e Hamas ha trasformato le piattaforme in pozzi neri che sputano fuori a intermittenza immagini violente, false, fuorvianti, vecchie di anni, alcune recuperate dai video game. C'è poi Hamas che ha una struttura di comunicazione ben rodata, con videomaker che montano clip, creano grafiche, e scelgono le musiche per innescare una strategia del terrore sui social. Social che, avendo licenziato buona parte dei team di moderazione per tagliare le spese, si trovano impreparati ed esposti. Per questo l'Unione europea ha deciso di aprire un procedimento formale per indagare sulla "diffusione di contenuti illegali e di disinformazione, in particolare la diffusione di contenuti terroristici e violenti e di discorsi di odio".
La lettera urgente per Elon Musk
Il primo a ricevere la lettera urgente è stato Elon Musk. "In seguito agli attacchi terroristici compiuti da Hamas contro Israele, abbiamo indicazioni che la vostra piattaforma viene utilizzata per diffondere contenuti illegali e disinformazione nell'Ue", scrive Brenton. "I media pubblici e le organizzazioni della società civile riportano moltissimi casi di immagini e fatti falsi e manipolati che circolano sulla piattaforma nell’Ue".
Bruxelles ha poi esortato Musk a disporre misure di mitigazione proporzionate ed efficaci per affrontare i rischi per la sicurezza pubblica. L'Ue esige quindi "una risposta tempestiva, accurata e completa" nelle prossime 24 ore. "Permettetemi di ricordarvi che il Digital Services Act stabilisce obblighi molto precisi riguardo alla moderazione dei contenuti", ha aggiunto Breton. X dovrà anche “garantire urgentemente che i sistemi siano efficaci” e riferire immediatamente all’Ue sulle nuove misure adottate. "Data l'urgenza, mi aspetto anche che siate in contatto con le autorità preposte all'applicazione della legge e con Europol, e che vi assicuriate di rispondere prontamente alle loro richieste", ha sottolineato il commissario europeo per il mercato interno
L'ultimatum a Meta
Anche Mark Zuckerberg riceve lo stesso ultimatum da parte dell'Unione europea: “Invito urgentemente a garantire che i vostri sistemi siano efficaci”, ha scritto Breton nella lettera, chiedendo a anche al Ceo di Meta di rispondere entro 24 ore e arginare i contenuti illegali e le fake news su Facebook, Instagram e Threads.
“Dopo gli attacchi terroristici di Hamas contro Israele sabato, abbiamo rapidamente istituito un centro operativo speciale di esperti, tra cui coloro che parlano fluentemente ebraico e arabo, per monitorare da vicino e rispondere a questa situazione in rapida evoluzione”, ha detto a CNBC un portavoce di Meta. “I nostri team lavorano 24 ore su 24 per mantenere le nostre piattaforme sicure, agire sui contenuti che violano le nostre politiche o le leggi locali, e coordinarsi con i moderatori e i fact checker nella regione per limitare la diffusione della disinformazione. Continueremo questo lavoro man mano che questo conflitto si sviluppa”.
Il Digital Service Act
In tutte le lettere Thierry Breton cita il Digital Service Act, e anche su Bluesky ribadisce: “Il DSA è qui per proteggere la libertà di parola dalle decisioni arbitrarie e allo stesso tempo proteggere i nostri cittadini e le nostre democrazie”. È il regolamento che obbliga le Big Tech ad adottare precauzioni e politiche trasparenti per contrastare la disinformazione sui social, è entrato in vigore ad agosto. L'adesione non è obbligatoria, e infatti Elon Musk si è ritirato. Chi non aderisce, però, non potrà invocare “attenuanti” nel caso vengano messe in atto misure punitive, e se un'azienda tech non riuscisse a rimuovere i contenuti segnalati, potrebbe essere multata fino al 6% delle sue entrate annuali.