Lorenzo, maestro di spada laser: “Ormai è un lavoro, facciamo tornei in tutto il mondo”
Il mondo dello sport è in costante evoluzione: accanto a discipline tradizionali come calcio, volley e tennis, ce ne sono di nuove e peculiari che stanno ottenendo sempre più consensi sul piano internazionale. È il caso del combattimento con le spade laser, il Light Saber Combat, ispirato tanto ai duelli di Star Wars quanto alla scherma. Da una parte spettacolarità, dall'altra tecnica, unite dall'agilità tipica di un combattimento "all'arma bianca". Tra le accademie più attive in Italia – e nel mondo – c’è LudoSport, affiliata al Centro Sportivo Educativo Nazionale (CSN), ente di promozione sportiva a sua volta aderente al CONI.
L'accademia è presente all'ultima edizione di Milan Games Week & Cartoomics, in uno stand situato nell'area Studios del Padiglione 9: ci sono alcuni atleti che indossano delle divise, il cui colore rappresenta il livello raggiunto, mentre su un tavolo sono esposte tre spade utilizzate nelle competizioni. Sono curate nelle fattezze e risultano piuttosto leggere una volta impugnate. Quando la lama tocca il bersaglio, si illuminano e parte un effetto sonoro che rimanda alle iconiche spade laser di Star Wars. Tra le altre persone presenti allo stand c'è anche Lorenzo Todaro, primo allievo di LudoSport.
Com'è nata la scuola?
LudoSport nasce a Milano nel 2006 dall'idea di tre amici: Simone Spreafico, Gianluca Longo e Fabio Monticelli, tre esperti di scherma e arti marziali. Un giorno prendono una spada laser in mano e dicono: "Ma se esistessero davvero come si potrebbero usare?". Da questa domanda iniziano a sperimentare e a creare tecniche e materiali. Pian piano qualche curioso ha iniziato a dire "che bello", "posso provare". Si crea così il primo gruppo a Milano. Poi dopo pochissimo tempo, la realtà si espande prima a Torino, poi in altre parti d'Italia, fino a quando non cresce l'attenzione e iniziano i primi tornei e le prime competizioni col primo nucleo.
Quando arriva l'espansione all'estero?
Nel 2014. Con l'annuncio della nuova trilogia di Star Wars dopo l'acquisizione da parte di Disney di Lucasfilm, si riaccende l'interesse in tutto il mondo. È in questo momento che apriamo le prime sedi all'estero: Inghilterra (Bristol), Svezia (Stoccolma), Belgio (Bruxelles), fino ad arrivare a Parigi, Madrid, Barcellona, Dublino, parallelamente all'espansione in Italia, soprattutto al Nord e al centro, dalla Toscana a Roma. Siamo arrivati anche in Sardegna, Caserta e Napoli. Nel 2017 apriamo le prime sedi negli Stati Uniti, poi nel 2021 in Brasile e quest'anno siamo arrivati in Giappone, a Osaka.
Come sono le vostre spade laser?
Le spade laser che usiamo sono pensate, disegnate e costruite per il combattimento. Sono un po' diverse da quelle che usano i cosplay, che sono più da esposizione.
Quali materiali vengono usati?
L'elsa è in alluminio, con tutta l'elettronica che riproduce i suoni, le luci, perché, insomma: spade laser! La lama, non esistendo ancora quelle dei film purtroppo, è un policarbonato semiflessibile che però permette la diffusione della luce in maniera uniforme. Facendo tutto questo lavoro per il nostro sport, abbiamo creato un brand, Lama di Luce, che produce queste spade. Si è sviluppata quindi tutta una parte tecnica accanto a quella sportiva.
Data l'ispirazione a Star Wars, collaborate con Disney?
Siamo completamente indipendenti dalla Disney. È stata una scelta volontaria quella di creare una nostra identità, anche un po' separata da Star Wars stesso. Sappiamo tutti che le spade laser arrivano da lì, l'85% dei nostri iscritti sono super appassionati di Guerre Stellari, però noi abbiamo estrapolato le spade dal contesto di Star Wars e l'abbiamo messa in uno sportivo reale.
Cioè?
Non facciamo tanti riferimenti a Guerre Stellari, non combattiamo in costume, non facciamo pubblicità. Semplicemente abbiamo le spade laser. Abbiamo avuto un po' di contatti con Lucasfilm, Disney e Hasbro negli anni per qualche collaborazione per eventi in Italia e all'estero, però tendenzialmente siamo una cosa che probabilmente interessa anche poco a loro. Non portiamo il brand di Star Wars in giro rispetto ad altre associazioni di cosplay ufficiali, come la 501st Legion.
Si potrebbe paragonare questo sport alla scherma?
La spada è diversa, le regole sono completamente diverse. Le abbiamo inventate e costruite nel tempo per adeguarle a quello che facciamo, così da renderlo divertente e strutturato. Negli anni sono state definite delle regole che poi hanno subito degli aggiustamenti a seconda dell'evoluzione dello sport. Le regole di combattimento che usiamo adesso sono regole sportive. Ci sono cose che si possono fare e altre no, modi per fare punti consentiti e modi per non farli.
Quindi come si fa punto?
Toccare l'avversario, come nella scherma, anche se con le dovute differenze. È uno sport di contatto, perché i colpi che tiriamo arrivano al contatto dell'avversario. Ovviamente non valgono tutti i colpi, usiamo protezioni molto leggere. Ci sono dei gruppi, per esempio negli Stati Uniti e in Francia, che fanno una cosa simile a quella che facciamo noi, ma in cui utilizzano delle protezioni molto pesanti, quasi delle armature con delle maschere, perché utilizzano una serie di colpi, tipo di punta, di affondi, ecc.
È differente dal vostro approccio?
Noi abbiamo deciso di escludere delle modalità di colpo violento e giocare più sulla precisione, la rapidità, il controllo per permetterci di combattere con protezioni molto leggere, come i guanti per le mani. Qualcuno può anche mettere gli occhialini come protezione degli occhi, ma non è obbligatorio. È molto divertente perché in questo modo il nostro sport diventa molto agile, veloce, acrobatico e allo stesso tempo sicuro perché non si tirano legnate forti.
C'è una fascia d'eta specifica per praticare Light Saber Combat?
A partire dai 12 anni. Abbiamo visto che con i bambini più piccoli c'è un po' di difficoltà, perché quello che facciamo è molto tecnico. Abbiamo in giro anche degli over 70 che praticano. La fondatrice della nostra sede alle Hawaii ha quasi 80 anni, e non aveva mai lasciato gli USA prima di imparare questo sport in Italia. È successo una decina di anni fa.
Come funziona l'apertura di una sede?
Nelle varie sedi, non tutte ancora, ci sono degli insegnanti specializzati, che si chiamo tecnici. Possono formare nuovi istruttori nelle forme di combattimento previste da questo sport. Il corso dura almeno 8 giorni e poi bisogna sostenere un esame. Se si passa, si diventa istruttori e allora si può aprire una propria sede in città. Le accademie più grandi supportano l'apertura di nuove sedi, magari dando il materiale. Però ecco, aprire una nuova sede richiede tempo, passione, disponibilità economiche, abilità non solo tecniche ma anche relazionali. L'espansione nostra è legata al trovare le persone giuste, persone che in quel momento possono darci tempo, tecnica, passione e impegno.
Prima parlavi di tornei: ci sono delle competizioni ufficiali?
Il primo torneo ufficiale, a memoria, risale al 2008, un paio di anni dopo l'apertura. Eravamo 20, 25 persone, da Milano e Torino e basta. Poi pian piano si è espanso fino al 2015. Quell'anno è stata fatta la prima cosiddetta Europe Arena, dove abbiamo iniziato ad avere i primi ragazzi dalla Svezia, dall'Inghilterra, dal Belgio. È stato il primo scambio internazionale.
C'è anche un torneo mondiale?
Nel 2016 è nata la Champions Arena, che è il torneo internazionale di LudoSport, dove i migliori duellanti di ogni nazione si ritrovano una volta all'anno per decretare il più forte. Quest'anno la Champions Arena è stata il 16 novembre qui a Milano, dopo le edizioni di Parigi e Staccolma degli anni scorsi.
Com'è strutturata?
Abbiamo dua classifiche per lo stesso torneo. Una è la classifca Arena, che è quella più classica a punti. È stata vinta per la seconda volta dallo spagnolo Carlos Imenez Mojal. L'altra è la classifica Stile, dato che è uno sport anche coreografico, in cui si determina quanto vengono fatte bene le tecniche. L'ultima è stata vinta dall'italiano Simone Pedrazzi, di Modena, che è uno dei referenti italiani per l'Emilia Romagna. Loro sono i nostri due campioni di quest'anno.
Un giorno questo sport potrebbe arrivare alle Olimpiadi?
Se mai succederà, sarà fra almeno 60 anni. Se si va a vedere la storia di come uno sport arriva alle Olimpiadi è un iter molto lungo che richiede decenni, oltre a tante operazioni burocratiche, politiche. Esistono poi altri gruppi nel mondo, che praticano in modo diverso: non siamo gli unici a fare combattimento con le spade laser, anche se probabilmente siamo i più diffusi. Fin quando non ci sarà un'unificazione delle regole, o si creano diverse sottocategorie oppure è un po' difficile collegare tutte queste anime diverse.