Lo strano blocco di WhatsApp e Telegram in Russia: secondo il governo è un attacco hacker
WhatsApp e Telegram nelle ultime ore hanno subito un blocco nel territorio russo. Come riporta l’agenzia di stampa Reuters, il blocco è durato alcune ore. Sempre Reuters riporta una nota del servizio statale di monitoraggio delle comunicazioni della Russia. Stando a quanto viene scritto sembra che il blocco sia stata causato da un attacco hacker. Un ipotesi che merita di essere letta in un contesto più ampio.
La nota, nello specifico, dice: "L'interruzione è legata a un attacco DDoS contro gli operatori di telecomunicazioni russi”. Gli attacchi DDos (detto velocemente) moltiplicano gli accessi a un server fino a bloccare gli utenti reali. Non viene specificato il responsabile, non viene chiarito il motivo dell’attacco e soprattutto non viene detto come mai un attacco hacker che sembra essere generalizzato abbia colpito solo due piattaforme.
La differenza con i down di WhatsApp in Italia
Certo, che WhatsApp vada in down non è esattamente una novità. Parliamo di un servizio che in tutto il mondo viene usato da oltre due miliardi di utenti. Per cercare di tenere il monopolio WhatsApp viene aggiornato continuamente da Meta. Giusto oggi abbiamo dato notizia di una nuova funzione su cui sono al lavoro gli ingegneri di Meta che dovrebbe riguardare il nome utente.
Anche in Italia è successo più volte negli ultimi anni. A volte il blocco riguarda solo WhatsApp, altre volte invece riguarda tutti i servizi di Meta. Meta non è sempre chiarissima sui down. A volte si tratta di problemi legati ai server dell’azienda, altre volte ad aggiornamenti del servizio. Negli ultimi anni però è difficile trovare un down che abbia riguardato contemporaneamente WhatsApp e Telegram
I blocchi della Russia sulle piattaforme
Negli scorsi anni Mosca ha bloccato o messo fuori alcune delle piattaforme più usate nel mondo. Nel 2018 ha bloccato l’accesso a Telegram (senza troppo successo), nel 2022 ha inserito Meta tra le organizzazione estremiste e ha vietato di usare Facebook e Instagram sul suo territorio. E ancora. Come segnala Reporters Without Borders nelle ultime settimane la Russia avrebbe cominciato a rendere più difficile l’accesso a YouTube, riducendo drasticamente la velocità di caricamento dei video. Una scelta che riduce ulteriormente le fonti di informazione senza il controllo del Cremlino a cui può accedere la popolazione.