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Intelligenza artificiale (IA)

L’intelligenza artificiale sta entrando anche nei videogiochi, e forse non è una buona notizia

Justin Roiland ha confermato che il team di sviluppo ha utilizzato Midjourney durante la produzione di High on Life per aggiungere alcuni “tocchi finali” al mondo di gioco.
A cura di Lorena Rao
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Si parla tanto intelligenza artificiale (IA) e creatività. Da una parte i social si popolano di produzioni amatoriali fatte da DALL-E, Midjourney e Lensa, dall’altra piattaforme come ArtStation, Twitter e Reddit ospitano numerosi dibattiti su vantaggi e pericoli di questa tecnologia. Intanto l’IA viene già adoperata in prodotti commerciali, tra cui i videogiochi.

Il caso più eclatante riguarda il videogioco High on Life, sparatutto in prima persona umoristico sviluppato da Squanch Games, dietro cui vi è Justin Roiland, co-creatore di Rick & Morty, la nota serie cartoon disponibile su Netflix. Il titolo è stato lanciato lo scorso 13 dicembre in esclusiva Xbox e PC.

In un'intervista con Sky News, Roiland ha confermato che il team di sviluppo ha utilizzato Midjourney durante la produzione di High on Life per aggiungere alcuni "tocchi finali" al mondo di gioco. "Fa sembrare il mondo uno strano universo alternativo", ha affermato Roiland. "L'abbiamo usata per trovare idee strane e divertenti".

Le segnalazioni degli utenti su Reddit

In effetti, seppur non confermato direttamente nell'intervista, alcuni utenti su Reddit hanno individuato diversi poster nel gioco che sembrano essere stati creati da un'intelligenza artificiale. Non è tutto: il lead designer di High on Life, Erich Meyr, ha dichiarato di aver utilizzato Midjourney per prototipare le voci di personaggi minori.

"Non so cosa riserva il futuro. L'intelligenza artificiale sarà uno strumento che ha il potenziale per rendere la creazione di contenuti incredibilmente accessibile", ha continuato Roiland. "Non so quanti anni ci mancheranno, ma tutto ciò di cui avrai bisogno è qualcuno con delle grandi idee".

Quanto affermato da Roiland è associabile alla narrazione ottimistica che vede di buon occhio l’utilizzo dell’IA nella sfera creativa, ma vi sono schiere di artisti che guardano con preoccupazione questa tecnologia, che nel futuro rischia di essere utilizzata in maniera più massiccia, mettendo a rischio posizioni lavorative. Anche perché le intelligenze artificiali, sebbene autonome, non creano da zero, ma si basano su creazioni pregresse di fattura umana inserite nel loro database e riutilizzate tramite algoritmo. Un aspetto che apre a sua volta diverse problematiche su copyright e diritti d’autore.

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