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Intelligenza artificiale (IA)

L’intelligenza artificiale smaschera la regina del noir: “Non ha scritto lei il suo best seller”

La grande richiesta di gialli svedesi ha spinto scrittori e case editrici ad assumere ghostwriter per stare al passo con le richieste. Ora nel genere poliziesco le collaborazioni letterarie sono ampiamente utilizzate.
A cura di Elisabetta Rosso
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Di solito è lei a raccontare un giallo, questa volta ne è la protagonista. La regina del noir è stata paragonata ad Agatha Christie, ha pubblicato undici romanzi e due collezioni di racconti, e ha venduto venti milioni di copie in cinquanta Paesi. Ora però un software alimentato con l'intelligenza artificiale ha rilevato qualcosa di anomalo. Il giornalista Lapo Lappin ha analizzato i romanzi di Camilla Läckberg attraverso un programma che analizza dati "stilografici", rivela le impronte stilistiche degli scrittori, per esempio cogliendo parole e strutture più frequenti, e sembra che Läckberg abbia usato un ghostwriter per scrivere i suoi best seller.

Lappin ha anche inserito i libri di otto scrittori di gialli svedesi in un altro software di linguistica forense, JGAAP, che nel 2013 aveva smascherato JK Rowling. La scrittrice della saga di Harry Potter aveva infatti scritto un romanzo poliziesco usando lo pseudonimo Robert Galbraith. Il libro si chiamava "Il richiamo del cuculo". Il software ha subito rilevato una somiglianza anomala tra alcuni romanzi di Läckberg, come The Golden Cage del 2019, e Wings of Silver del 2020, con i libri di Pascal Engman. Non è un caso, lo scrittore svedese infatti lavora come editor di Läckberg presso la casa editrice Forum. Ma è stato il romanzo breve, Kvinnor utan nåd (Donne senza pietà) a tradire Läckberg. "Esiste una somiglianza più che sospetta", ha spiegato il giornalista.

"La conclusione complessiva dell'analisi dei dati favorisce fortemente la teoria del ghostwriter". I sospetti c'erano da tempo, e diverse volte Läckberg è stata accusata di firmare romanzi scritti in realtà da Engaman. Lei ha sempre negato "lavora come editor e niente più", aveva tagliato corto durante un'intervista.

La risposta di Läckberg

Dopo le accuse la scrittrice ha deciso di pubblicare un post su Instagram. Ha spiegato che l'indagine nasce da uno snobismo letterario: "Per 20 anni ho vissuto in doppi mondi. Un mondo all'estero, dove i miei libri vengono spesso elogiati, anche in contesti di alta cultura. E un mondo in Svezia dove sarò costantemente attaccata da "persone colte" che vogliono sostenere quanto sia pessima la mia scrittura." In un post aveva già scritto: "Molte volte ho elogiato apertamente e pubblicamente Pascal per avermi aiutato a scrivere in un modo nuovo per me", ha anche aggiunto di non aver mai nascosto che aveva bisogno dell'aiuto di Engman per trovare una nuova voce per la sua nuova serie di Faye. “Non è assolutamente un segreto”.

Una questione morale

Secondo alcuni la grande richiesta di gialli svedesi ha spinto scrittori e case editrici ad assumere ghostwriter per stare al passo con le richieste. Non solo, le collaborazioni letterarie sono ampiamente utilizzare soprattutto nel genere poliziesco. Per esempio dopo la morte nel 2004 di Stieg Larsson, la sua serie “Millennium” è stata continuata dagli scrittori David Lagercrantz e Karin Smirnoff. Anche James Patterson collabora con diversi autori per mantenere il ritmo delle pubblicazioni, spesso delinea trame che poi vengono scritte da altri. Tutto sta nella trasparenza.

"Se compro un libro di un certo autore, voglio che sia scritto da quell'autore", ha detto il giornalista Lasse Winkler all'emittente Sveriges Radio. “Naturalmente l’esperienza di leggere il libro può essere altrettanto interessante, forse anche più interessante. Ma come consumatore mi aspetto qualcosa, perché ho un rapporto con questo particolare autore. Quindi diventa una questione morale”.

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