L’intelligenza artificiale immagina la festa per lo Scudetto del Napoli, le foto sono impressionanti
Per scaramanzia non si dovrebbe mai dire, ma forse è solo questione di tempo. L’incognita più grande alla fine non è se, ma quando matematicamente la squadra di Spalletti sarà Campione d'Italia. Infatti in città sono iniziati i preparativi, il prefetto di Napoli, Claudio Palomba ha già convocato un tavolo tecnico per organizzare i festeggiamenti, e si è immaginata una piazza del Plebiscito con un grande schermo ma a numero chiuso. E allora abbiamo provato a fare un salto nel futuro, chiedendo all’intelligenza artificiale generativa di immaginare i festeggiamenti per la vittoria del Napoli in città. Ha funzionato. Gli scatti ultra realistici a colpo d’occhio sembrano veri, fumogeni azzurri, bandiere che spaccano il cielo, la folla riversata per le strade. Ma, come sempre, il diavolo sta nei dettagli, vale soprattutto per l’intelligenza artificiale. Dalle facce degne di un dipinto di Edvard Munch, alle scritte in cirillico sulle bandiere del Napoli.
Come abbiamo generato le immagini del Napoli in festa
Non basta scrivere nel prompt: il Napoli vince lo scudetto. Ci abbiamo provato, il risultato sono state grafiche in stile fumetto con scritte strampalate e il blu dell’Inter al posto dell’azzurro del Napoli (eresia). Per creare immagini che sembrano vere si deve conoscere il linguaggio dell’intelligenza artificiale (IA). Noi abbiamo utilizzato Midjourney che, grazie all’ultimo aggiornamento di metà marzo, è diventato ancora più performante, ma i software che producono immagini funzionano più o meno tutti allo stesso modo. È fondamentale conoscere il gergo fotografico, l'apertura del diaframma, il tipo di camera, la lunghezza focale. Tutti questi elementi tecnici vanno inseriti nel prompt. Non solo, è bene anche aggiungere informazioni sulla color correction o il bilanciamento del bianco. Ci sono poi parole chiave come –testp-, un comando per segnalare a Midjourney AI la modalità foto realistica. In generale bisogna evitare frasi complesse, fare attenzione alla punteggiatura, e trattare l’IA come un bambino: darle tutte le informazioni necessarie nel modo più semplice possibile.
Con la grammatica in tasca abbiamo cominciato il test. Prima abbiamo chiesto all’IA di immaginare i festeggiamenti per la vittoria dello scudetto del Napoli, ovvero l’informazione essenziale (con allegati tutti gli input tecnici per ottenere un risultato soddisfacente dal punto di vista estetico). L’IA ha prodotto l’immagine di una strada con palazzine del Cinquecento, una via che potrebbe davvero esistere a Napoli, stracolma di persone avvolte in fumogeni azzurri e bandiere. L’immaginario era corretto.
Un prompt alla volta abbiamo aggiunto e sostituito dettagli. A partire dai luoghi: il lungomare, i quartieri spagnoli, piazza del Plebiscito. Abbiamo chiesto i più iconici perché il software funziona bene con personaggi o posti famosi. Banalmente ha avuto a disposizione più immagini per imparare a riprodurre Castel dell’Ovo, rispetto al Cimitero delle Fontanelle. Con i giocatori di calcio è debole, l’IA è solo riuscita a riprodurre un giocatore simile a Osimhen, nemmeno in modo troppo fedele, a salvare l’immagine c’è il ciuffo biondo platino e l'espressione di gioia che confonde i lineamenti del volto. Gli altri della squadra sono stati inventati da zero, volti improbabili appiccicati sopra divise del Napoli.
Gli errori dell'intelligenza artificiale
Come abbiamo detto, a colpo d’occhio funzionano, gli scatti sembrano reali. Sembrano. Guardando più attentamente i difetti che tradiscono l’intervento dell’intelligenza artificiale ci sono. Ma l’occhio va educato, a nostro vantaggio gioca il tallone d’achille del software: è ripetitivo. Gli errori sono più o meno sempre gli stessi. Prime tra tutti scritte e loghi, l’IA non è ancora abbastanza brava da comporre parole che abbiano un significato e che soprattutto siano coerenti con il prompt. Per esempio su nessuna bandiera o maglietta c’è la scritta Napoli. Non solo, anche sulle espressioni facciali deve migliorare. Se si fa attenzione all’interno delle immagini si possono scovare volti degni della mano di Munch. Spesso le espressioni sono esagerate, plastiche, gli occhi vitrei o strabici. Insomma sembrano più maschere della tragedia greca che tifosi del Napoli in festa.
Altro flop sono i luoghi. A parte le strade inventate che forse reggono meglio perché rimane una coerenza di fondo con lo stile architettonico di Napoli, l’IA si è presa la libertà di cambiare i monumenti storici della città. Gli errori più evidenti sono quelli fatti nello scatto di piazza del Plebiscito. Mancano le braccia della chiesa che costeggiano la piazza, vengono cancellate le due statue equestri di Carlo III di Borbone e di suo figlio Ferdinando I, e poi dietro alla facciata neoclassica della basilica di San Francesco di Paola sbuca una torre che in realtà non esiste. In un’altra immagine invece l’IA rappresenta un monumento che, dopo un fact checking veloce, abbiamo riconosciuto come la versione tozza della colonna spezzata di piazza Vittoria. Infine nello scatto con il Vesuvio in lontananza l’IA ha scelto di eliminare il monte Faito, e con un gioco di luci rosse e fumi galleggiamenti ha trasformato il vulcano in un monte Fato 2.0.
L'IA benzina per le fake news
Al di là degli errori però le immagini funzionano. Siamo di fronte a un nuova frontiera del reale, quello che l’IA riesce a generare a partire da una manciata di parole. Negli ultimi giorni sono diventati virali gli scatti (falsi) di Vladimir Putin inginocchiato, Donald Trump arrestato dalla polizia, o il Papa con un piumino addosso. Non sono reali, eppure lo sembrano. Esattamente come quelle che abbiamo creato noi per testare la potenza di Midjourney. Molti ci hanno creduto, le hanno condivise sui social, anche perché a rinforzare tutto ci sono i bias ideologici, che spingendo sui sentimenti forti, rabbia, entusiasmo, indignazione, e silenziando invece i meccanismi razionali, rendono molto più difficile riconoscere il vero dal falso. L’IA è la nuova benzina delle fake news, crea una disinformazione preventiva costruendo artificialmente le prove di fatti che non sono mai accaduti, o giocando sul confine, rinforza pronostici che potrebbero diventare reali. Come la vittoria del Napoli.