L’infanzia difficile di Elon Musk: “Picchiato dai bulli perché era il più basso della scuola”
"Il Sudafrica negli anni '80 era un luogo violento, dove erano comuni gli attacchi con mitragliatrici e gli omicidi con coltelli", scrive Walter Isaacson. Il Sud Africa degli anni '80 fa da sfondo all'infanzia difficile di Elon Musk, il ragazzino più basso della scuola picchiato a sangue dai compagni, un "bambino" volubile, scrive Isaacson, che è stato vittima di bullismo finché non è diventato abbastanza grande da picchiare i suoi carnefici. La biografia di Elon Musk è uscita oggi, 12 settembre, e ripercorre vita, demoni, e comparse che stanno dietro all'impalcatura, quella che tiene in piedi la maschera del miliardario che vuole salvare il mondo.
Emerge così un profilo umano, come ha raccontato Isaacson al New York Times: "Tutti noi abbiamo dei demoni nella testa che derivano dall'infanzia, e lui ne ha due ordini di grandezza in più rispetto alla maggior parte di noi. È stato in grado di trasformare questi demoni in un motore". Racconta così la storia di un bambino con un padre difficile, spedito nei campi di sopravvivenza, picchiato a scuola. In sottofondo un Sudafrica feroce, dove sulla strada per andare a un concerto Elon e suo fratello Kimbal devono scavalcare i cadaveri, e tenere tutta la sera il sangue di un morto sotto la suola delle scarpe.
I campi di sopravvivenza in Sud Africa
All'età di 12 anni Musk è stato mandato alla veldskool, un campo di sopravvivenza dove venivamo razionati i pasti e i ragazzini erano spinti a lottare per sopravvivere. Come ha spiegato suo fratello Kimbal: lì bullizzare era una virtù. E così Musk, il bambino più basso del campo perse quattro chili e per due volte venne picchiato dai ragazzi più grandi. "Era una follia", racconta nella biografia, i capigruppi della veldskool istigavano i ragazzini con storie mostrouose, dicevano: "Non siate stupidi come quel c**lione che è morto l’anno scorso".
Musk è tornato a 16 anni in un'altra veldskool, ma non era più il bambino più basso, aveva raggiunto il metro e ottanta e imparato alcune mosse di judo. "Avevo capito che, se qualcuno avesse provato a bullizzarmi, avrei avuto la forza di sferrargli un bel pugno sul naso, mettendo fine alle provocazioni. Mi avrebbero anche potuto massacrare di botte, ma se gli avessi tirato un gran pugno in faccia, poi mi avrebbero lasciato perdere".
Gli anni difficili della scuola
Nel libro emerge anche la sua difficoltà a relazionarsi con le persone dovuta alla sindrome di Asperger. Come spiega suo fratello Kimbal, Elon venne subito preso di mira dai bulli della scuola, lo tormentavano. Nel libro viene ricordato un episodio che segnerà in modo indelebile l'infanzia di Musk. Durante un'assemblea scolastica un ragazzo andò a sbattere contro Elon che reagì bruscamente dandogli uno spintone, qualche ora dopo durante la pausa pranzo il gruppo di ragazzi andò a cercalo, lo trovarono con un panino in mano, si avvicinarono da dietro e gli diedero un calcio alla testa, "poi gli si sedettero sopra e lo massacrarono di botte, continuando a dargli calci" racconta Kimbal.
"Appena ebbero finito, Elon era irriconoscibile: il viso era come una palla di carne gonfia dove non si distinguevano quasi più gli occhi". Fu portato all'ospedale e rimase a casa per una settimana. Anni dopo ha dovuto ricorrere a interventi di chirurgia plastica per riparare i tessuti lesi del setto nasale.
Il rapporto con il padre
Il rapporto con il padre Errol è stato l'altro lato oscuro dell'infanzia del miliardario. I fratelli lo descrivono come una persone violenta, volubile e bugiarda. Quando Musk tornò a casa sfigurato dalla rissa a scuola il padre cominciò a sgridarlo. "Per un’ora mi toccò sopportare che mi urlasse addosso che ero un idiota e non valevo niente" ricorda oggi Musk. "Mio padre perse il controllo e, come accadeva spesso, diede fuori di matto. Era un uomo del tutto privo di compassione", aggiunge Kimbal. Musk insieme ai fratelli si è allontanato da lui durante l’infanzia. Nel 2016 ha accettato di incontrarlo di nuovo ma i contatti non sono migliorati: “Ci sono alcune persone che occupano un angolo demoniaco dello spazio della testa di Musk. Lo innescano, lo rendono oscuro e suscitano una rabbia fredda. Suo padre è il numero uno”.
Il commento delle sue ex compagne
"Con un’infanzia come quella che ha avuto lui in Sudafrica, credo che in un certo modo sia quasi una necessità chiuderti emotivamente", spiega la sua prima moglie Justine Wilson. "Se tuo padre ti ripete in continuazione che sei un cretino e un idiota, forse l’unica reazione possibile è di reprimere dentro di te qualunque cosa rischi di aprire le porte a una dimensione emozionale che non hai gli strumenti per affrontare". Ha poi aggiunto: "Ha imparato a escludere dai suoi orizzonti la paura. Se metti a tacere la paura, forse devi mettere a tacere anche altre cose, come la gioia e l’empatia."
"Non credo proprio che sappia assaporare il successo e annusare i fiori", dice invece Claire Boucher, l'artista conosciuta come Grimes, madre di altri tre suoi figli. "Penso che durante l'infanzia sia stato condizionato dal fatto che la vita è dolore". Musk è d'accordo. "Le avversità mi hanno plasmato", dice. "La mia soglia del dolore è diventata molto alta."
L'infanzia "ha avuto un profondo effetto sul modo in cui opera", racconta la seconda moglie Talulah Riley. "Quando rievocava questi ricordi, si allontanava e sembrava scomparire dietro i suoi occhi color acciaio. Penso che non fosse consapevole di come ciò lo influenzasse, perché lo considerava qualcosa della sua infanzia. Ma ha conservato un lato infantile. Dietro l'uomo, c'è ancora un bambino in piedi di fronte a suo padre."