Intelligenza artificiale (IA)

L’IA prende il lavoro dei doppiatori, Giuliani (voce di Jon Snow): “Resta una cosa che non sa fare”

Amazon ha annunciato i primi 12 titoli doppiati con l’intelligenza artificiale. La distribuzione è limitata solo ad alcuni Paesi e i contenuti saranno resi disponibili come parte di un programma pilota per il testare l’IA. Eppure è un inizio, che apre dubbi sull’applicazione futura dell’IA in campo artistico.
Intervista a Daniele Giuliani
Doppiatore
A cura di Elisabetta Rosso
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"Lo senti? Questo è un respiro, una pausa, un'emozione. Questo l'intelligenza artificiale non lo sa fare". Daniele Giuliani seduto sullo sgabello dello studio di registrazione scuote la testa. È un attore e doppiatore, la voce, tra le tante, di John Snow del Trono di Spade, Paura di Inside Out e Le Tont di La Bella e la Bestia. Giuliani ha anche lavorato per la campagna "Intelligenza artistica" di Anad, (Associazione Nazionale Attori Doppiatori), supportata dai principali doppiatori italiani che hanno scelto di unirsi per chiedere alle istituzioni di regolamentare l'IA, "il nostro mestiere è in pericolo. Rischiano di sparire le nostre emozioni, emozioni umane, vere, non artificiali", si legge nell'appello.

Giuliani, usando la voce di John Snow ci dice: "L'intelligenza artificiale sta arrivando". Scherza, ma non del tutto. E infatti Amazon ha annunciato i primi 12 titoli doppiati con l'intelligenza artificiale. La distribuzione è limitata solo ad alcuni Paesi e i contenuti saranno resi disponibili come parte di un programma pilota per il testare l'IA. Eppure è un inizio, che apre dubbi sull'applicazione futura dell'IA in campo artistico. "Ci vogliono convincere che dividere un fonema in 1000 parti e ricreare un'emozione. Ecco, ricreare. C'è un errore di fondo, un errore grossolano alla base", spiega a Fanpage.it Giuliani, "ovvero pensare che questo sia un lavoro di voce. Questo è lavoro di cuore, non di voce."

Come hai iniziato a lavorare nel mondo del doppiaggio?

Allora ho iniziato la carriera di doppiatori all'età di due anni e mezzo.

Piccolissimo. Come mai?

Perché i miei genitori facevano questo lavoro, come spesso accade quando serve un bambino piccolo che deve dire anche solo un "papà", non è che si va per strada a chiedere ma ci si rivolge ai colleghi che hanno bambini. E così sono stato accompagnato mano nella mano al leggio. Questo è il motivo per cui spesso si inizia con parenti all'interno di questo settore. Però non è vero che solo i parenti dei doppiatori fanno questo lavoro. Siamo pieni di colleghi straordinari che doppiano  protagonisti e protagoniste di tutti i film, tutte le serie e non hanno alcun familiare nel settore.

Nella tua carriera professionale quella la scena più difficile che hai doppiato o anche la più bella, insomma quella che ti è rimasta più impressa?

Ho avuto la fortuna di doppiare tante scene belle di tante serie belle, per esempio Death and other details per 3Cycle, Daredevil: Rinascita e e altre serie Marvel per Iyuno, La regina degli scacchi, My Lady Jane. Ce n'è una, forse perché molto recente, che mi ha particolarmente toccato. Ed è una scena tratta da una serie che si chiama Breathe, molto toccante.

Perché?

È una serie molto emotiva che tocca corde particolari nel pubblico soprattutto nel pubblico della mia generazione, e poi parlo in continuazione perché doppio sia il protagonista sia la voce del suo pensiero ed è un flusso di emozioni straordinario. L'ho doppiata grazie alla alla direzione artistica di Myriam Catania che voglio ringraziare.

Ricordi un momento in particolare?

La fine del secondo episodio è stata particolarmente impegnativa a livello emotivo. Ricordo che sono uscito da lì, che avevo talmente tante cose dentro che dovevo in qualche modo far uscire perché mi aveva particolarmente toccato. Il personaggio mette a nudo tutte le sue problematiche, le sue criticità di un uomo di quarant'anni. In quel caso si parlava del rapporto con i genitori, del rapporto con la vecchia fidanzata, con gli amici e sono temi grossi perché magari vanno a toccare corde personali che non riesci nella vita di tutti i giorni. Insomma queste tematiche non le riesci a buttare fuori e poi arriva la serie dove devi dire delle cose che provi e lì è tosta.

Ci racconti un retroscena divertente che è capitato durante la tua carriera?

Quando ho fatto il provino del Trono di Spade direzione Sandro Acerbo, ha fatto un provino terribile, e Sandro lo sa. Quando mi chiamarono mi dissero che volevano fare un provino per una serie che si chiama le cronache ghiaccio fuoco, io non avevo capito bene cosa fosse, e io ricordo che parlai con un amico collega, un amico stretto che è Edoardo Stoppa Acciaro, che poi avrebbe doppiato mio fratello nella serie Robb Stark che mi disse "Oddio, fa il provino per John, è una cosa pazzesca, incredibile." Quindi io arrivai molto teso e feci un provino terribile.

E poi?

Uscii col magone e chiamai mio padre dicendogli che avevo fatto un provino terribile, terribile. E ricordo che lui mi disse una frase: guarda in questo ambiente ho capito dopo tanti anni che a volte fai provini meravigliosi, che perdi, a volte fai provini bruttissimi, che vinci.  Dopo una settimana mi chiamarono per dirmi che avevo vinto il ruolo di John Snow. 

C'è un personaggio che avresti voluto doppiare o che vorresti doppiare?

Ce ne sono talmente tanti… ma ce ne sono diciamo un paio che mi sarebbe piaciuto molto doppiare che sono Light Yagami di Death note, doppiato magistralmente da Flavio Aquilone e poi Marty McFly protagonista della mia saga di film preferita che Ritorno al futuro. Ma io mi auguro non venga mai fatto un reboot del film, quindi spero di non avere mai l'occasione di doppiare. Poi beh se dovessi spendere il desiderio della lampada direi James Bond.

Come lo faresti?

Bond è un personaggio come sappiamo, particolare perché ha avuto tanti interpreti, quindi dipenderebbe molto dall'interprete però diciamo quella pausa quando si dice "il mio nome è Bond James Bond", ecco quella pausa lì penso valga una carriera.

L'intelligenza artificiale è arrivata anche nel mondo del doppiaggio. Amazon Prime ha lanciato i primi contenuti doppiati realizzati con l'IA. Cosa sta succedendo?

Che l'arte e non solo il doppiaggio stanno correndo un grande rischio. Il rischio è proprio la parola artificiale. Immaginati di guardare un film, ci sono i colori, i costumi, le musiche, le voci. Quelle voci raccontano una storia, ma raccontano anche anni di studio, anni di emozioni che quell'attore o attrice, doppiatore, doppiatrice ha vissuto, ha gioito, ha pianto, ha riso, ha avuto paura, ha provato rabbia e tutto quel bagaglio emotivo lo mette al servizio dell'attore. Ci vogliono convincere che dividere un fonema in 1000 parti e ricreare un'emozione. Ecco, ricreare. È c'è un errore di fondo ok, un errore grossolano alla base, ovvero pensare che questo sia un lavoro di voce. Questo è lavoro di cuore, non di voce.

Cosa rende la voce umana essenziale nel doppiaggio?

Ti faccio un esempio. Io e te adesso stiamo parlando, passa una Ferrari e uno dei due pensa, questa è una Ferrari. Ok, quel suono che sentiamo sicuramente è alimentato dal tubo di scappamento, ma se io prendo il tubo di scappamento di una Ferrari e lo metto sulla mia Kia ibrida non farà lo stesso rumore, fa quel rumore lì perché c'è quel motore. Ecco, la voce è il tubo di scappamento, il cuore è il motore. Non hai la Ferrari, hai quel suono, ma la macchina va a 90 chilometri orari.

È possibile quindi riconoscere una voce reale da una doppiata con l'IA?

Dipende, alcuni sono molto realistici, ne ho sentito uno davvero impressionante qualche giorno fa ma poi te ne accorgi se fai attenzione. È più semplice imitarla in un discorso parlato, rispetto a uno recitato dove serve l'emozione, l'intonazione. Questo perché molte voci doppiate dall'IA non respirano. Il respiro è un'emozione. Quindi tu potresti prendere la mia voce, togliere tutti i respiri, ma gli togli l'anima, perché non è una questione di suono, è una questione di corde che vibrano, come dicevo, di cuore che batte.

Quindi quel è il vantaggio di utilizzare l'IA?

Mi chiedo a favore di chi è, del pubblico che potrà dire ho visto un film doppiato con l'intelligenza artificiale, o sentito una canzone fatta con intelligenza artificiale o letto un libro fatto con l'intelligenza artificiale? Non credo. Pensare di sostituire le forme artistiche con l'IA è solo una questione di denaro a vantaggio di otto macro imprese, macro aziende che diventeranno le uniche leader per l'uso dell'intelligenza artificiale.

A te cosa spaventa di più?

Mi spaventa di più che le mie due figlie vadano a vedere il prossimo concerto e che ci sia un ologramma, che sentano delle batterie 4/4 campionate che non sbagliano un colpo. La vera paura è perdere emozione vera, perché emozione vera genera emozione vera. Le opere d'arte ti emozionano per questo perché sono figlie di un'emozione vera. Una voce campionata non lo è e quindi non emozionerà.

Hai già avuto esperienze con doppiaggi fatti con l'intelligenza artificiale?

No, ci sono degli strumenti tecnologici straordinari che però non vanno a sostituire fonici o doppiatori, ad oggi, marzo 2025, non mi è mai capitato, domani magari ci saranno.

L'Associazione nazionale dei Doppiatori si sta già muovendo per tutelare la professione..

Sì, l'Anad ha promosso una una campagna con l'hashtag artistic intelligence ed è una campagna che noi speriamo venga abbracciata anche da altre categorie, non solo il doppiaggio perché l'intelligenza artistica è più ampia e dobbiamo difenderla a tutti i livelli. Sicuramente nel doppiaggio, questo lo dico con orgoglio, siamo stati fra i primi a fare una mossa così grande. Siamo infatti in contatto con tutte le associazioni di doppiaggio del mondo perché è nata una confederazione mondiale di doppiaggio che ha mosso già i primi passi per tutelarsi dall'IA.

A proposito di tutele, c'è anche un problema di copyright, perché usano la voce dei doppiatori per addestrare l'IA. C'è un modo per proteggere la propria voce? 

Guarda è di poco fa la notizia del presidente di OpenAI che ha chiesto permesso alla Casa Bianca di utilizzare senza alcun tipo di consenso le voci di chi vuole. Hanno detto "almeno non perdiamo la gara al dominio dell'intelligenza artificiale con la Cina." Ora io dico, fermiamoci un attimo a riflettere, cosa che una macchina non sa fare. Ma noi pensiamo davvero che valga la pena  dare tutto ciò che è nostro a delle aziende che hanno semplicemente paura di perdere una gara di dominio di intelligenza artificiale con la Cina?

Dal punto legale c'è anche un vuoto normativo che espone all'uso improprio…

Da questo punto di vista in Europa in Italia ci sono degli strumenti legali che però sono ancora agli albori, ci sono dei vulnus giuridici ma non c'è una legge che vieta di rubare la mia voce. E questo è un problema perché tra l'altro la voce viene considerata da alcuni un dato biometrico. Questa è una prospettiva interessante se venisse considerata un dato biometrico ci sarebbe un furto di identità e quindi forse il privato su TikTok che prende la mia voce mentre stiamo facendo questa intervista e mi fa dire cose che io non voglio dire, ci pensa due volte se è furto di identità perché c'è il penale. 

C'è un modo per far diventare l'IA una risorsa per i doppiatori?

Si può usare in piccole cose, per esempio fra vent'anni fanno il terzo film di Inside Out, la mia voce sarà cambiata però il personaggio non è cresciuto. In quel caso, previo accordo, possono usare la mia voce e rimodularla per farla sembrare quella di vent'anni prima. Ma serve un accordo tra le parti. Il consenso è il dato fondamentale.  Anche perché più grandi sistemi di clonazione della voce al mondo hanno una di firewall che impedisce di riprodurre le voci dei primi ministri di tutto il mondo. Allora si può anche mettere un blocco per impedire che la mia voce sia clonata senza il consenso. Questo rimane il punto fondamentale: il consenso.

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