L’enorme X luminosa messa da Elon Musk sul tetto di Twitter non ha fatto una bella fine
“San Francisco, bellissima San Francisco. Anche se gli altri ti stanno abbandonando, noi saremo sempre tuoi amici”. Così Elon Musk twittava, meglio postava, su Twitter, meglio su X, il 30 luglio. Una dichiarazione di amore verso una città che è stata cruciale per i primi anni della sua carriera. Un amore non molto ricambiato. Dopo il rebranding di Twitter, Musk ha deciso di installare una enorme X lampeggiante sulla cima del suo quartier generale a San Francisco. Scelta che non è stata molto apprezzata dal quartiere.
L’insegna era accesa anche in piena notte, con tanto di luce pulsata intermittente. I residenti hanno cominciato a lamentarsi, prima sui social e poi con i reclami ufficiali. Secondo il Department of Building Inspection in tutto sono arrivati 24 reclami da parte dei vicini di casa. La luce era così forte che nemmeno le tende dei loro appartamenti riuscivano a bloccarla. Dopo i reclami un ispettore edile è arrivato davanti all’azienda per chiedere che la X venisse rimossa. Cosa che effettivamente è successa.
La complessa situazione del quartier generale di Twitter
L’insegna luminosa però è soltanto l’ultimo capitolo di una convivenza difficile tra Elon Musk e San Francisco. Prima di questa saga, il comune di San Francisco aveva bloccato una squadra di operai che stavano smantellando la vecchia insegna del social network. Prima ancora Twitter era stato multato perché aveva trasformato degli uffici in stanze con letti a castello.
Non solo. La situazione degli affitti di Twitter è al momento abbastanza complessa. A giugno è emersa la notizia che l’azienda era in ritardo con le rate dell’affitto per la sua sede di Boulder, in Colorado. A maggio Twitter era stato citato in giudizio anche dalla Crown Estate, l’agenzia che si occupa di gestire le proprietà della famiglia britannica. Anche qui un ritardo negli affitti: il social network non stava più pagando la sua sede a Londra, zona Piccadilly Circus.