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Lego ha smesso di produrre i mattoncini con la plastica riciclata dalle bottiglie

La maggior parte dei mattoncini prodotti dall’azienda danese viene creata in plastica ABS, un derivato del petrolio molto stabile in grado di resistere alle sollecitazioni. Al momento l’azienda non è ancora riuscita a trovare nessun materiale in grado di sostituirlo.
A cura di Valerio Berra
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Lego ha chiuso il primo semestre del 2023 con un fatturato da 3,4 miliardi di euro. Stabile rispetto l’anno scorso, quasi il doppio se guardiamo allo stesso periodo del 2019. Eppure c’è un problema che il colosso dei mattoncini non è ancora riuscito a risolvere. Lego è nata a Billund, nel cuore della campagna della Danimarca. Qui c’è ancora una delle sue fabbriche più importanti. Appena si raggiungono i cancelli della fabbrica si vedono le cisterne delle compagnie petrolifere in coda per fornire la materia prima necessaria alla produzione dei mattoncini di plastica.

Entro il 2032 l’azienda ha promesso di ridurre le emissioni di carbonio del 37%. Una strada che l’azienda sembrava dovesse percorrere aumentando la quota di mattoncini prodotti con la plastica riciclata dalle bottiglie. Prospettiva valida almeno fino a ieri, quando Lego ha dichiarato che non farà più investimenti in questo settore: “Questo processo non riduce le emissioni di carbonio”.

Perché Lego ha rinunciato alla plastica riciclata

Secondo la CBS le prospettive all’inizio erano buone. In media una bottiglia di plastica aveva materiale sufficiente per creare dieci mattoncini di Lego 2×4. Il materiale di cui parliamo in questo processo è il polietilene tereftalato (PET), è una delle varietà più diffuse di plastica in commercio visto che è molto stabile e ottimo per conservazione di cibi e bevande.

La grandissima parte dei mattoncini Lego in commercio al momento non sono in PET ma in acrilonitrile butadiene stirene (ABS). Qui siamo davanti a una plastica dura che oltre a essere stabile resiste nel tempo alle sollecitazioni. In questo modo i mattoncini si possono attaccare, staccare o rimanere attaccati a lungo senza modificare forma o colore.

In un’intervista al Financial Times l’amministratore delegato dell’azienda Niels Christiansen ha spiegato che la plastica creata dalle bottiglie riciclate non è in grado di rispettare da sola gli standard di qualità dell’azienda: per poterla usare è necessario lavorarla ancora con altri materiali. Questo processo annullerebbe tutti i benefici nati dalla riduzione delle emissioni. “Non abbiamo trovato un materiale magico o un nuovo materiale”, ha spiegato Christiansen.

La sperimentazione con la bioplastica

Oltre alla plastica PET, Lego in passato ha provato altri materiali per i suoi mattoncini. Dal 2018 ha avviato una sperimentazione con un bio-polietilene derivato dalla canna da zucchero. Questo materiale è stato usato per produrre una serie di elementi accessori e legati in qualche modo all'ambiente come foglie, cespugli o alberi. La quota di mattoncini creati con questo materiale è però del tutto residuale rispetto al totale della produzione.

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