Le linee guida di AgCom sugli influencer possono cambiare i social per come li conosciamo
L’hashtag ormai è noto: #adv. È la versione contratta di “advertising”e indica che un contenuto sui social è una pubblicità. Attorno a questo #adv si gioca parte dell’ambiguità da cui è nato il caso dei pandori che ha travolto Chiara Ferragni e Balocco. Le nuove linee guida decise da AgCom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) potrebbe rendere obsoleto l'hashtag #adv e introdurre un modo ancora più chiaro per capire se il creator che seguiamo sta indossando un giubbotto perché gli piace o perché è stato pagato da qualcuno per farlo.
Nelle nuove linee guida avvicinano gli influencer ai media che già conosciamo. Avere un account su un social network non sarà poi tanto diverso da possedere una rete televisiva in grado di trasmettere in tutta Italia. Almeno per quanto riguarda i grossi creator. Le nuove linee guida non sono ancora pubbliche, Fanpage.it ne ha parlato con Massimiliano Capitanio uno dei commissari che fanno parte di AgCom.
Come chiarire che un contenuto è una pubblicità
La novità più grossa riguarda la comunicazione dei contenuti pubblicitari. Secondo AgCom gli hashtag non sono più abbastanza. Possono essere nascosti, infilati in una sfilza di altri hashtag alla fine del post o relegati in un angolo del video. Capitanio spiega che l’obiettivo di AgCom è quello di fare un passo in più.
“Dobbiamo superare l’hashtag. Ci immaginiamo un metodo di comunicazione che sia molto più chiaro per i pubblico. I creator dovrebbero avrebbe delle scritte in sovrimpressione che compaiono direttamente sulle foto o sul video”.
Facile intuire l’impatto. Pensate di essere davanti a un qualsiasi social network. Vi state prendendo una pausa e stata scrollando il vostro feed. Adesso se vedete un video e pensate possa essere una pubblicità aprite il post per controllare. Con le linee guida di AgCom invece vedreste subito se è una pubblicità o no. In quanti nanosecondi passereste al video dopo?
Quanti follower bisogna avere per essere influencer
Il secondo punto per le linee guida di AgCom sarà quello di chiarire a che punto possiamo definire un profilo social come quello di influencer. La soglia definita da AgCom si fissa a un milione di follower. Con una variante. Spiega sempre Capitanio: “Questo numero è ancora rivedibile. In ogni caso non si riferisce ai follower provenienti da un solo social. È la somma di tutti i follower di ogni piattaforma”. In questo modo la soglia di “influencer” è più facile da raggiungere. Ovviamente, bisogna anche considerare una certa ridondanza, se un utente ha sia TikTok che Instagram è probabile che segua i suoi creator su entrambe le piattaforme.
Secondo Capitaino queste linee guida permettono un passaggio fondamentale: “L’impatto è rivoluzionario e porta trasparenza e responsabilità. Se io sto vendono un prodotto te lo devo dire chiaramente, come avviene in radio e tv”. Le multe per chi viola le linee guida potrebbero essere alte: fino a 600.000 euro. 200.000 solo per pubblicità occulta. Certo, non sempre sarà possibile capire se un creator sta facendo pubblicità a un brand. Facciamo un esempio. Se un'influencer pubblica la foto di suoi figlio con dei capi di abbigliamento prodotti da lui stesso, può essere considerato pubblicità?