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Le auto elettriche superano i veicoli diesel in Europa: è la prima volta

Nonostante la crescita l’Italia non riesce stare al passo con l’Unione europea. Il problema è innanzitutto politico. L’elettrico non è stato agevolato come in altri Paesi, manca un’informazione solida sul tema, e sono state portate avanti anche campagne contro l’elettrificazione dei veicoli.
A cura di Elisabetta Rosso
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A febbraio il Parlamento europeo ha messo una data di scadenza: dal 2035 non potranno più essere immatricolate in tutto il territorio coperto dall’Unione le auto a benzina e diesel. Nell’elenco rientrano anche i veicoli alimentati da motori ibridi. Quindi le uniche auto consentite saranno quelle a zero emissioni, quelle elettriche. In questa cornice i dati raccolti a giugno 2023 dall'Acea, l'associazione dei costruttori europei, sono ancora più rilevanti: per la prima volta le auto elettriche superano i diesel.

A giungo ci sono state 158.252 immatricolazioni (+66,2% rispetto al 2022) e i veicoli full electric hanno superato il gasolio guadagnando il terzo posto, sotto solo a benzina e ibridi elettrificati. A raccontare bene la marcia dell'elettrico in Europa sono soprattutto due numeri: 15,1% e 13,4%, sono le quote di mercato dei Battery Electric Vehicle (BEV) e del diesel nell'Unione europea. Un sorpasso netto, che riduce anche la distanza dai sistemi di alimentazione preferiti dai guidatori. La quota maggiore infatti rimare quella delle auto a benzina con il 36,3%.

Più auto elettriche nell'Unione europea

Il mercato auto dell'Unione Europea ha chiuso il mese di giugno 2023 con una crescita del 17,8%. Secondo Acea sono state 1.045.073 immatricolazioni contro le 887.071 dello scorso anno, se includiamo anche il Regno Unito e i Paesi EFTA arrivano a 1.265.678, segnando così un aumento del 18,7%, (nel 2022 erano state 1.066.693). La crescita secondo Acea è dovuta a una maggior disponibilità di vetture nelle sedi delle concessionarie, ma non solo: "I miglioramenti degli ultimi mesi indicano che l'industria automobilistica europea si sta riprendendo dalle interruzioni dell'approvvigionamento causate dalla pandemia. Tuttavia i volumi del semestre sono inferiori del 21% rispetto al 2019", spiega l'Acea. A fare eccezione è l'Ungheria che segna un -1,4%, tutti gli altri mercati dell'UE sono cresciuti. Tra questi Germania (+24,8%), Spagna (+13,3%), Francia (+11,5%) e Italia (+9,2%).

Il punto sull'Italia e l'elettrico

Secondo i dati pubblicati dalla società di analisi Jato Dynamics, il 2022 è stato un ottimo anno per la produzione di veicoli elettrici in tutta Europa: le nuove immatricolazioni sono stati pari a 1,56 milioni, circa il 29% in più del 2021. Nello specifico questa cifra si riferisce alla categoria di veicoli elettrici BEV quelli totalmente a trazione elettrica. E mentre la Norvegia ha coperto una quota di mercato pari al 79% l'Italia, nel 2022, è rimasta ferma al 3,7%. Dato in calo rispetto al 2021, quando invece era arrivato al 4,6%. La media europea è del 13,9%.

Non solo, secondo l’Unrae, Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri, l'Italia, nonostante la crescita del 2023, è ancora all'ultimo posto nella diffusione di auto con la spina. "È auspicabile un confronto autentico, e non a posteriori, con tutti gli attori della filiera, in sede di Tavolo Automotive, la cui convocazione lungamente attesa non sembra ancora nemmeno alle porte", ha detto il direttore generale Andrea Cardinali.

Perché siamo rimasti indietro

L'Italia in altre parole non riesce stare al passo con l'Unione europea. Il problema è innanzitutto politico. L'elettrico non è stato agevolato come in altri Paesi, manca un'informazione solida sul tema, e sono state portate avanti anche campagne contro l‘elettrificazione dei veicoli. Il governo ha infatti criticato il divieto di vendita dei veicoli a benzina e diesel europeo che fa parte dell'ambizioso progetto contro il cambiamento climatico, “Fit for 55” (“Pronti per il 55”), presentato dalla Commissione europea nel luglio del 2021. L'obiettivo è ridurre entro il 2030 le emissioni inquinanti del 55% rispetto ai livelli del 1990, e poi a raggiungere la cosiddetta neutralità carbonica entro il 2050. Per farlo è stato realizzato un piano composto da diverse iniziative e tra queste c'è anche lo stop alle produzioni di veicoli a benzina e diesel.

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