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L’attacco hacker in Abruzzo è finito male, tutti i dati sanitari dei cittadini sono stati pubblicati

Prima la minaccia, poi l’azione. Gli hacker del Gruppo Monti hanno sottratto 522 Gb all’Asl 1 Avezzano – Sulmona e L’Aquila. Nei giorni scorsi gli hacker avevano rilasciato alcuni pacchetti di dati, ora hanno pubblicato l’intero database: dentro ci sono i dati sanitari di migliaia di cittadini.
A cura di Valerio Berra
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Gli hacker hanno deciso. Hanno pubblicato i dati dei cittadini in cura all’Asl 1 di Avezzano – Sulmona e L’Aquila. Il 3 maggio gli archivi dell’Asl sono stati colpiti da un attacco hacker organizzato dal Gruppo Monti. Bottino notevole: 522 Gb di dati sanitari. Cartelle cliniche, diagnosi oncologiche, aborti, malattie croniche e fisioterapie. Dati preziosi, ma soprattutto sensibili. Oggi nel dark web gli hacker del Gruppo Monti hanno pubblicato un nuovo avviso, come Fanpage.it ha potuto verificare: “Non abbiamo avanzato nessuna richiesta di riscatto, i media si sono inventati l’importo. Oggi pubblichiamo tutti i dati e vi promettiamo attacchi ancora più duri”. Dopo poche ore la promessa è stata rispettata. Invece del solito elenco di dati che si poteva trovare nei giorni scorsi ora si vede un unico link, con tutto il database sotratto all'Asl 1. Nel commento si riferiscono anche a delle cifre sul risarcimento: in questi giorni è circolata su alcuni media la notizia che gli hacker avessero chiesto un riscatto da 2 milioni di euro. In tutto questo migliaia di persone hanno visto i dati giù pubblicati, diversi Gb di informazioni sanitarie in cui si potevano trovare analisi e diagnosi dei pazienti dell’Asl.

La linea di Regione Abruzzo: "Non paghiamo nulla"

Il governatore della Regione Abruzzo Marco Marsilio (Fratelli d’Italia) ha rilasciato diverse dichiarazioni alla stampa locale. I punti che ha sempre voluto sottolineare sono stati due. Il primo è che non sarà pagato nessun riscatto: “La legge lo vieta e noi la rispetteremo”. La linea quindi resta la stessa seguita da in passato da altre amministrazioni locali. Il problema del riscatto riguarda soprattutto le imprese, quelle che preferiscono pagare in segreto invece che esporsi pubblicamente e ammettere di aver subito un attacco.

Il secondo punto è che nessuno dovrebbe vedere quei dati: “Teniamo a sottolineare che la divulgazione dei dati trafugati costituisce un reato e chiunque scarichi file dal dark web commette un reato, quindi invitiamo tutti a non aprire documenti rilasciati illegalmente in rete”. Eppure, come già raccontato da Fanpage.it, potrebbe essere migliaia le persone che hanno visto quei dati. Ad oggi i post sulla bacheca del Gruppo Monti è stato visualizzato da oltre 5.000 persone.

Il Pd dell’Aquila ha attaccato quello che ritiene un “silenzio inqualificabile” sia delle regione che dei responsabili dell’Asl. Ha anche avviato una campagna social con tanto di #troppogravepertacere, a dire il vero la campagna non sta andando molto virale visto che lo stesso Pd ha raccolto circa 32 foto di persone (più un cane) che esibivano il manifesto della campagna. Ci sentiamo di rassicurare il cane: i dati veterinari non sono inclusi nell’attacco.

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