L’assurdo bug di iPhone, se dici “razzista” viene fuori “Trump”: come è possibile
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Nelle ultime ore c’è una notizia che sta agitando la stampa tech internazionale. Dal punto di vista tecnico è una piccolezza, un piccolo bug del sistema operativa che scambia una parola con un’altra. Nulla di critico. Dal punto di vista politico l’accostamento invece sembra quantomeno sospetto.
I media statunitensi riferiscono che nelle ultime ore se si prova a dettare la parola “racist” con il programma di dettatura automatica di Apple, la parola che il microfono registra è un’altra: “Trump”. "Racist", lo specifichiamo, vuol dire proprio "razzista". Il bug è curioso perché la parola resta visibile per qualche istante e poi viene cambiata direttamente con “racist”.
Non è un meme, non è neanche una fake news. Come riporta la CNN la stessa Apple ha ammesso il problema e ha spiegato che sta lavorando per risolverlo: “Siamo a conoscenza di un problema con il modello di riconoscimento vocale. Stiamo lavorando per correggerlo”. Secondo Apple il bug sarebbe comune ad altre parole con la “r”, scambiate per qualche istante per “Trump”. L'azienda non ha voluto commentare oltre.
L’investimenti di Apple: 500 miliardi per i prossimi quattro anni
Certo. Restano curiose due cose. La prima è che “racist” e “Trump” non sono due parole esattamente simili. La seconda è il timing. Apple ha appena annunciato un investimento da 500 miliardi di dollari, tutti da spendere sul territorio statunitense per la creazione di nuove fabbriche e posti di lavori.
Questo investimento, il più grande nella storia dell'azienda, dovrebbe creare 20.000 nuovi posti di lavoro. Al momento Apple è l'azienda con la capitalizzazione di mercato più alta al mondo: il suo valore totale a superato i 3.500 miliardi di dollari. La scelta di lanciarsi in un investimento del genere è stata letta anche come un modo di avvicinarsi alle posizioni economiche su cui Donald Trump sta orientando le prime fasi del suo nuovo mandato.