L’Antitrust multa per 3,5 milioni Instagram e Facebook: cosa dicono le accuse
Meta nei guai, ancora. Questa volta ha preso una multa dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato (conosciuto anche come Antitrust) che ha puntato il dito contro la piattaforma per il modo in cui informava gli utenti sull'uso dei dati e su cosa potevano fare in caso di sospensione dell'account. Meta è la società che gestisce Instagram e Facebook. Parlare al passato è d'obbligo. "Queste due pratiche sono state cessate da Meta nel corso del procedimento", si legge nel comunicato stampa. Ma sono andate avanti abbastanza a lungo da spingere l'autorità ad agire.
Perché l'Antitrust ha dato una multa da 3,5 milioni di euro a Meta
Sommando le due multe si arriva a 3,5 milioni di euro. Meta avrebbe violato gli articoli 20, 21 e 22 del Codice del consumo in Italia perché, al momento dell'iscrizione a Instagram, non avrebbe informato subito gli utenti su come vengono utilizzati i "loro dati personali per finalità commerciali". Insomma, quando si atterra sul social specializzato nelle immagini e nei video compare subito lo slogan "Iscriviti per vedere le foto e i video dei tuoi amici" e, scritto in piccolo in fondo alla pagina, si può trovare in breve la frase "scopri in che modo usiamo e condividiamo i tuoi dati.
Una volta cliccato sulla pagina delle condizioni bisogna scorrere fino quasi alla fine per scoprire che i dati degli utenti possono essere utilizzati "per mostrare inserzioni, offerte e altri contenuti sponsorizzati che riteniamo interessanti per l'utente". E solo più avanti, si legge che le inserzioni vengono mostrate nel social "dietro pagamento da parte di aziende e organizzazioni" a Meta. In breve, secondo l'Antitrust si tratta di una pratica commericale scorretta.
Un secondo problema è stato riscontrato anche sul modo in cui vengono gestite le sospensioni degli account su Facebook e Instagram. Meta, infatti, non avrebbe fornito agli utenti le informazioni necessarie per contestare la sospensione dei loro account, dando anche un tempo breve per farlo.
Non è passato molto prima che arrivasse la replica di Meta: "Siamo in disaccordo con la decisione presa dall'Agcm e stiamo valutando le possibili azioni da intraprendere". Intanto, però, entrambi i punti evidenziati dall'Antitrust sono stati già risolti. Un punto che è stato sottolineato dall'azienda: "Già ad agosto 2023 abbiamo apportato delle modifiche per gli utenti italiani che indirizzano i temi sollevati dall'Agcm".