L’accordo tra i leader mondiali sull’intelligenza artificiale sembra scritto da ChatGPT
Un documento lungo 1.137 parole. 7.698 caratteri dal tono freddo, le formule generiche, con qualche colpo al cerchio e qualcuno alla botte. La Dichiarazione di Bletchley dei Paesi presenti al vertice sulla sicurezza dell’intelligenza artificiale è un documento insipido che potrebbe benissimo essere scritto da un software come ChatGPT. Molto generico, nessun obiettivo chiaro, nessuna mossa decisiva. Non esattamente quello che si aspettava da un forum a cui hanno partecipato i leader di 28 Paesi del mondo, compresa Giorgia Meloni.
L’Ai Safety Summit è stato un evento organizzato dal Regno Unito a Bletchley Park, una magione che nella Seconda Guerra Mondiale è stata la sede delle squadre che si occupavano di decriptare le comunicazioni degli Alleati. Qui ha lavorato anche Alan Turing, il matematico inglese che ha messo le basi all’informatica moderna.
L’attenzione sull’evento era tanta, almeno per due motivi: la presenza della Cina, che ha anche firmato la blanda dichiarazione finale, e il fatto che per la prima volta dei leader mondiali si sono trovati per parlare di intelligenza artificiale.
“L’evento più folle che abbia mai seguito”
Sam Coates, giornalista della versione inglese di SkyNews, ha seguito per la sua emittente il summit. Quando gli è stato dato il collegamento ha commentato: “Questo è l’evento più folle che abbia mai seguito”. In effetti dopo una serie di incontri fra tutti i rappresentati o fra i singoli leader, il culmine dell’evento è stata un’intervista (non un confronto) fatta dal premier inglese Rishi Sunak a Elon Musk. Un’intervista trasmessa direttamente su X dal profilo di Rishi Sunak.
La presenza di Musk è stata anche contestata da qualche osservatore. L’accusa principale infatti è che l’uomo più ricco del mondo non avesse titoli per partecipare a un evento sull’intelligenza artificiale, visto che la sua X.Ai che si occupa di intelligenza artificiale è ancora in una fase primordiale. Una considerazione forse affrettata.
Sicuramente X.Ai non è ai livelli di OpenAi, la società che ha sviluppato ChatGPT, ma tutta la ricerca fatta dagli ingegneri Tesla su i sistemi di guida autonoma potrebbe facilmente essere riversata nell’industria dell’intelligenza artificiale. La domanda piuttosto è se ospitare in un evento del genere un’intervista a Elon Musk fosse il modo migliore per parlare di questo tema.
Cosa dice il documento di intesa firmato dai leader
La risposta al titolo di questo paragrafo è semplice “nulla”. La prima frase è: “L’intelligenza artificiale presenta enormi opportunità globali: ha il potenziale per trasformare e migliorare il benessere umano, la pace e la prosperità”. Prosegue con qualche paragrafo di introduzione per arrivare poi gli obiettivi della collaborazione. Nello specifico:
“Identificare i rischi per la sicurezza dell’IA di interesse condiviso e costruire una comprensione scientifica condivisa e basata sull’evidenza di questi rischi”
e
“Costruire politiche basate sul rischio in tutti i nostri Paesi per garantire la sicurezza riconoscendo che i nostri approcci possono differire in base alle circostanze nazionali e ai quadri giuridici applicabili”.
La promozione del Regno Unito
Perché quindi convocare leader da tutto il mondo per firmare un documento dai contenuti almeno discutibili? Adam Satariano, giornalista che ha seguito il vertice del New York Times, ha spiegato come l’obiettivo di questa conferenza fosse prima di tutto quello di posizionare il Regno Unito come base per gli imprenditori che si occupano di intelligenza artificiale, a partire proprio dal Elon Musk. Per inciso, dopo un esperienza di governo non esattamente lineare nel 2025 Sunak dovrà affrontare le prossime elezioni. Ad essere più clementi, tutto il forum si può vedere semplicemente come un punto di inizio di una discussione che tornerà anche nei prossimi anni.