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La vera origine dell’immagine All Eyes on Rafah: è stata pubblicata per la prima volta tre mesi fa

Il primo post è stato pubblicato su Facebook lo scorso 14 febbraio da un’insegnante malese. Sull’immagine inizialmente c’era un watermark. Di chi è davvero l’illustrazione diventata virale? Una delle prime persone che l’hanno condivisa spiega: “Non credo che le immagini create con l’IA appartengano a qualcuno”.
A cura di Velia Alvich
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Per adesso abbiamo solo una certezza: l'immagine generata con l'IA e conosciuta per la scritta All Eyes on Rafah, che è diventata virale il 28 maggio, non è stata pubblicata per guadagnarci qualcosa, o almeno non direttamente. Insomma, si potrebbe dire che è stata postata sulle storie dell'utente e fotografo @chaa.my_ (di cui non si conosce il vero nome) per denunciare gli attacchi dell'esercito di Tel Aviv sulla popolazione palestinese, specialmente dopo il bombardamento israeliano su un campo profughi avvenuto il giorno prima.

Può stupire, quindi, scoprire che l'immagine condivisa quasi 50 milioni di volte e che ha regalato visibilità all'utente non è stata creata proprio da lui. In particolare considerando che il nome dell'autrice originale era ben visibile al centro dell'immagine, ma che è stato rimosso di proposito.

Dove è stata pubblicata originariamente l'immagine virale All Eyes on Rafah

L'immagine pubblicata sulle storie di @chaa.my_ è stata condivisa da milioni di utenti ed è diventata virale il 28 maggio. Ma oltre cento giorni prima era stata pubblicata su Facebook in un gruppo chiamato Prompters Malaya. Numero di utenti iscritti: oltre 250.000. Ogni giorno centinaia di immagini generate con l'intelligenza artificiale vengono pubblicate sul gruppo. In mezzo a questi post c'è anche quello di Zila Abka, una donna malese di 39 anni. Nella vita di tutti i giorni fa l'insegnante di scienze, ma nel tempo libero si dedica alla generazione di immagini con l'IA.

L'immagine, pubblicata il 14 febbraio, è proprio quella che abbiamo imparato a riconoscere: la scritta All Eyes on Rafah formata con tende bianche, in mezzo ad altre tende in quello che sembra un campo profughi. Diversamente dal post virale su Instagram, però, al centro dell'immagine si vede una scritta in filigrana: "AI generated by Zila Abka". Il watermark non c'è più, non si sa se sia stato tolto da @chaa.my_ o oppure se l'utente Zila Abka abbia a sua volta incollato il watermark su un'immagine generata in precedenza.

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Il problema del copyright delle immagini generate con l'IA

Nessun problema per Zila Abka, che in un post sul proprio profilo Facebook ha detto di essere contenta che l'immagine, nonostante sia stata generata solo con un'IA, sia diventata virale: "L'obiettivo importante è fare aprire gli occhi a molte persone", ha scritto. Da @chaa.my_ (che ha anche un secondo account su Instagram con il nome @shahv4012), invece, nessuna replica o spiegazione.

In un'intervista al sito di NPR, emittente radiofonica americana, la stessa Abka ha confermato di non voler creare una polemica in merito: "Non credo che nessuna immagine generata dall'intelligenza artificiale appartenga totalmente a qualcuno". Caso chiuso per l'autrice dell'immagine virale. Tuttavia, rimane difficile stabilire dove inizi la violazione di copyright quando si tratta si immagini generate con l'intelligenza artificiale e se basta un watermark per stabilire la proprietà intellettuale di qualcosa che, in fondo, è stato creato a partire da altre immagini che sono state usate per addestrare il modello.

Anche lo stesso slogan "All Eyes on Rafah" è stato preso in prestito: il primo a pronunciarlo durante una conferenza stampa è stato Rik Peeperkorn, rappresentante dell'Organizzazione Mondiale della Salute per la Palestina

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