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La truffa di Belle Gibson, l’influencer che ha finto di essere guarita dal cancro solo per fare soldi

La nuova serie di Netflix “Apple Cider Vinegar” racconta la storia di Belle Gibson, l’influencer australiana che si spacciò per guru di salute e benessere costruendo un impero sulle bugie. La più grande di tutte: essere guarita da un cancro incurabile grazie all’alimentazione e a terapie alternative non riconosciute a livello scientifico.
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NETFLIX | Screenshot dal trailer di Apple Cider Vinegar, l'attrice Kaitlyn Dever nei panni di Belle Gibson
NETFLIX | Screenshot dal trailer di Apple Cider Vinegar, l'attrice Kaitlyn Dever nei panni di Belle Gibson

Belle Gibson, o "La donna che ha ingannato il mondo", come l'hanno definita nel loro libro inchiesta Beau Donelly e Nick Toscano, i due giornalisti australiani che per primi l'hanno smascherata, è stata una delle prime influencer a scoprire il potenziale di Instagram, quando ancora il termine "influencer" nemmeno esisteva. Era il 2013 quando Belle, una ventiduenne australiana, iniziava a costruire il suo impero online, un impero fatto di frullati detox, semi di chia, bacche e tante bugie. La più grande: quella di aver avuto un cancro al cervello incurabile ed essere guarita grazie allo stile alimentare vegetariano e salutare da lei stessa sviluppato. Una dieta che aveva accompagnato con terapie mediche non riconosciute.

"Questa è una storia quasi vera basata su una bugia" è, non a caso, la premessa di "Apple Cider Vinegar", la nuova serie Netflix, liberamente ispirata al libro dei due giornalisti australiani, che racconta la storia dell'ascesa e il crollo dell'impero di Gibson, intrecciandola con quella, altrettanto vera, di un'altra giovane donna. La seconda è la storia di Milla Blake – alter ego di Jessica Ainscough – finita anche lei al centro di numerose polemiche per aver promosso sui social la terapia Gerson, un programma nutrizionale – non riconosciuto a livello medico – contro tumori e altre malattie, lo stesso sponsorizzato da Belle. Ma con una differenza importante: Milla (o meglio Jessica) era realmente malata di tumore, Gibson no.

Chi è Belle Gibson

Il vero successo di Gibson, anche nota sui social come Healing Belle, inizia nel 2013 quando la ragazza decide di lanciare una delle prime app al mondo dedicate all'alimentazione e al benessere, The Whole Pantry. In pochissimo tempo l'app diventa un caso: solo nel primo mese viene scaricata circa 200.000 volte ed è l'app di cibo e bevande più votata sull'Apple Store del 2013. L'azienda di Gibson guadagna così in poco tempo moltissimi soldi. Secondo il Time, Gibson avrebbe fatturato mezzo milione di dollari in meno di due anni con il marchio Whole Pantry.

In questa app, l'influencer, ormai riconosciuta dal mondo intero come una guru del benessere, propone una collezione di diete vegane, che presto sarebbero confluite nel libro omonimo pubblicato da Penguin Books nel 2014. Elle Australia la definisce  "The Most Inspiring Woman You’ve Met This Year".

Il successo come guru del benessere

Inutile negarlo, buona parte del successo di Gibson si deve alla storia della sua vita: la donna racconta di essere sopravvissuta a un cancro al cervello di stadio terminabile, grazie unicamente alla sua presa di coscienza sul potere dell'alimentazione. Lo racconta anche nella prefazione del suo libro, ancora leggibile su diversi siti, sebbene sia stato ovviamente ritirato dal commercio. Qui Gibson racconta di aver ricevuto la diagnosi nel 2009, all'età di 20 anni, dopo diverse visite in cui i medici avevano sminuito il suo malessere – parla di dottori che le prescrivono antidepressivi o le dicono di prendere un momento di pausa dal troppo lavoro – nonostante lei sentisse che "qualcosa non funzionava bene".

Poi la diagnosi, per giunta dopo un ictus a lavoro, anche nella forma: "Hai un cancro al cervello, Belle. Stai morendo, ti restano sei settimane, quattro mesi al massimo", scrive la donna nel libro, dove promette di svelare tutto quello che ha imparato sul "tornare alle origini e su cosa significhi essere davvero nutriti".

Le bugie sul cancro

Il successo di Belle è alle stelle, ma i suoi racconti sulla sua malattia – anzi le sue malattie – iniziano a scricchiolare. Dopo qualche tempo dà la notizia che il cancro è tornato, questa volta alla milza, al sangue, all'utero, al fegato e al rene. Poi dice che è stata operata al cuore e di essere quasi morta durante l'intervento. Eppure, non c'è nessun referto, nessuna cicatrice che provi le cose che dice.

Ma a tradire Belle Gibson sono le raccolte fondi da lei promosse tra i suoi follower e che in teoria avrebbero dovuto essere destinate a enti di beneficienza in favore di malati di cancro. Ma, come ricostruiscono i due giornalisti australiani sul Sydney Morning Herald, i conti non tornano: molti di quei soldi non sono mai arrivati a destinazione. Qualche tempo dopo, a marzo 20215, Elle Australia pubblica una lettera anonima che definisce la donna una bugiarda seriale e inventa il giornale a non credere a nulla di quello che racconta, compresa la storia della sua malattia. Altre persone si aggiungono al coro di sospetti e accuse.

Nel 2015 Gibson confessa di essersi inventata tutto e di non essere mai stata malata di cancro. Qualche anno dopo, nel 2017, viene condannata dalla Corte di Melbourne a pagare una multa di oltre 400.000 dollari.

Il lato oscuro dei social

Oltre al fatto di aver inventato da zero la sua vita, Belle Gibson è stata criticata soprattutto per aver diffuso informazioni false su temi inerenti la salute e aver consapevolmente indotto persone potenzialmente malate a riporre la loro fiducia in lei o in metodi non ufficiali e quindi non sicuri piuttosto che nella medicina ufficiale, mettendo a rischio anche la loro vita. Ma Belle Gibson ha anche diffuso fake news mediche su altri argomenti: ad esempio, sui social la donna avrebbe collegato i suoi tumori a un vaccino contro il cancro alla cervice e ha promosso il consumo di latte crudo non pastorizzato, noto invece per essere una potenziale fonte di molti agenti patogeni, a meno che non sia venduto in certi contesti normati dalla legge.

Quando praticamente i social erano ai loro albori, Belle Gibson ne ha mostrato uno dei loro lati peggiori, lo stesso che avremo imparato a conoscere bene durante la pandemia, quello del complottismo e negazionismo medico, fatto di fake news, no-vax, informazioni senza nessun fondamento scientifico spacciate come vere, nei peggiori dei casi con scopi di lucro, e capaci di attecchire ovunque, alimentate dall'emozione umana più basica e per questo potenzialmente più forte di ogni prova scientifica: la paura.

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