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La storia disastrosa di Gioventù Ribelle, il videogioco voluto da Giorgia Meloni quando era ministra

Riappare nella rete la storia di Gioventù Ribelle, videogioco del 2011 sul Risorgimento italiano, all’epoca supportato dal Ministero delle Politiche Giovanili guidato da Giorgia Meloni. Un titolo ingiocabile e mai uscito nella sua versione completa. Oggi questa storia sta diventando virale grazie a un video di Yotobi.
A cura di Lorena Rao
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Uno dei capitoli più complessi della game industry italiana è quello di Gioventù Ribelle, il videogioco sul Risorgimento creato nel 2011 per celebrare i 150 anni dell’Unità di Italia. Apprezzato dall’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il progetto aveva avuto il supporto anche di Giorgia Meloni, l’attuale Presidente del Consiglio, ai tempi Ministro delle Politiche Giovanili. Oggi Gioventù Ribelle non esiste più ufficialmente (in realtà non è mai esistito in forma completa come si vedrà più avanti) ma di recente la storia del suo controverso sviluppo è riaffiorata dai meandri del web e finita in tendenza su YouTube Italia. Parliamo del video “Il caso Gioventù Ribelle” pubblicato su YouTube lo scorso 6 settembre da Karim Musa, il popolare youtuber torinese noto come Yotobi. A cinque giorni dalla pubblicazione, ha superato le 425.000 visualizzazioni.

Cos'è e come è nato Gioventù Ribelle

“Pensiamo che si possa imparare molto dalla Storia del Risorgimento italiano anche divertendosi”. Lo diceva Giorgia Meloni nel 2011 ai microfoni di Uniroma.tv a proposito di Gioventù Ribelle, presentato in quell’occasione al Museo MAXXI di Roma. Il gioco, uno sparatutto in prima persona, sarebbe stato ambientato durante la Breccia di Porta Pia. Protagonista, un membro del Corpo dell’Unità dei Bersaglieri che, incaricato dal generale Cadorna, avrebbe dovuto consegnare una missiva a Papa Pio IX contenente l’ultimatum per la resa. L’obiettivo era quello di ispirare i giovani e le giovani di Italia attraverso un gioco che avrebbe potuto “competere con i grandi titoli del panorama internazionale”, ossia giochi del calibro di Battlefield 3 e Call of Duty: Modern Warfare 3. Così veniva presentato il gioco alla stampa.

GIOVENTÙ RIBELLE | L'allora Ministro della Gioventù Giorgia Meloni alla presentazione del gioco presso il Museo MAXXI di Roma
GIOVENTÙ RIBELLE | L'allora Ministro della Gioventù Giorgia Meloni alla presentazione del gioco presso il Museo MAXXI di Roma

Nel 2011, l’industria italiana era debole. Come riportato dallo storico Damiano Gerli in un articolo del 2023 sul caso Gioventù Ribelle pubblicato su Kotaku, il settore nostrano era stato colpito duramente dalla recessione economica del 2008. Tolti grandi studi come Ubisoft Milan e Milestone, il panorama era desolante. Da qui le grosse aspettative sul gioco di stampo risorgimentale che ha avuto come sponsor anche Ferrovie dello Stato, Cinecittà Studio Luce b Rai Trade. Il budget previsto per il marketing, secondo le testimonianze raccolte da Gerli, pare si aggirasse intorno al mezzo milione di euro.

Il gioco, o meglio, il primo livello, venne rilasciato tramite download gratuito il 18 marzo 2011. Non si trattava di un processo semplice: le istruzioni per poter scaricare il titolo erano tante e macchinose. Il peggio però arrivava avviando il gioco dopo i numerosi passaggi: nemici immobili che resuscitavano, colonna sonora assente, importanti discrepanze sul fronte della rappresentazione storica (si poteva sparare al Papa). Insomma, una serie di bug ed errori che rendevano ingiocabile il primo livello. A questo si aggiungevano i versi fuori contesto dei nemici colpiti, i quali urlavano “First Blood”, e le schermate di caricamento tratte palesemente da un altro videogicoo. Questo perché Gioventù Ribelle era stato sviluppato sulla base di Unreal Tournament, un noto sparatutto multiplayer online.

GIOVENTÙ RIBELLE | Uno screen del gioco con i nemici i immobili. Tra loro anche il Papa Pio IX.
GIOVENTÙ RIBELLE | Uno screen del gioco con i nemici i immobili. Tra loro anche il Papa Pio IX.

Arrivò la pioggia di critiche da parte della stampa e dai giocatori. “Il Ministero della Gioventù non produce videogiochi, si occupa di altro” rispose il 22 marzo 2011 il Ministero via Corriere.it. “Si tratta di un lavoro assai complesso a cura dei giovani ricercatori dello IED, con il supporto essenziale di Assoknowledge”. Nei giorni successivi la demo di Gioventù Ribelle venne ritirata, mentre le critiche nei forum e negli articoli di stampa non si placavano, raggiungendo anche l’estero. Il deputato di Italia dei Valori Pierfelice Zazzera richiese un’interrogazione parlamentare, citata nel video da Yotobi, per il grave danno di immagine causato da Gioventù Ribelle alle game industry italiana. Lo youtuber segnala anche che se oggi si digita in un motore di ricerca l’url del sito ufficiale del gioco, si viene rimandati a un sito porno.

Come sta oggi il mercato dei videogiochi in Italia

Oggi il settore è più florido e vivace, trainato da piccoli studi e singoli sviluppatori, capaci davvero di diffondere il Made in Italy attraverso i videogiochi. Nel panorama recente, è il caso di citare Slaps&Beans 2Mediterranea Inferno, ma un generale il settore è ricco di produzioni che danno vero valore all’industria della creatività italiana, anche all’estero.

Il video di Karim "Yotobi" Musa

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