La storia di Ray, l’uomo che ha deciso di fondersi con un’intelligenza artificiale
Ray Kurzweil vuole vivere per sempre e ha un piano: fondersi con un'intelligenza artificiale (IA). "A un certo punto, quando raggiungeremo tra 20 anni la Singolarità potremo unirci con l'IA e ottenere una potenza di calcolo milioni di volte maggiore di quella attualmente fornita dai loro cervelli biologici." Kurzweil, informatico e futurista, ha dedicato la sua vita a studiare l'integrazione uomo-macchina sviluppando teorie tecno-utopistiche che promettono l'immortalità.
Nel suo nuovo libro "The Singularity Is Nearer" spiega che nel 2029, l’IA sarà “migliore di tutti gli esseri umani, e in ogni abilità posseduta da qualsiasi essere umano.” Non solo. "La nanotecnologia ci consentirà di modificare i nostri corpi a piacimento, consentendoci di correre molto più velocemente e più a lungo, nuotare e respirare sott'acqua come i pesci e persino dotarci di ali funzionanti".
Nel pacchetto promesso da Kurzweil c'è anche la vita eterna. "Se riusciamo ad affrontare le sfide scientifiche, etiche, sociali e politiche poste da questi progressi", scrive, "trasformeremo profondamente la vita sulla Terra in meglio".
La storia di Ray Kurzweil
Kurzweil ha iniziato a programmare quando era adolescente e i computer ancora macchine grandi come una stanza. Ha cominciato sin da subito a sperimentare con la nuova tecnologia, e nel 1965, a 17 anni, durante lo show televisivo della CBS "I've Got a Secret", ha portato un pezzo per pianoforte composto da un computer progettato da lui. Durante le scuole superiori comincia a scriversi con Marvin Minsky, informatico specializzato nello sviluppo dell'intelligenza artificiale e decide di iscriversi al Massachusetts Institute of Technology per studiare con lui.
Si specializza in informatica, neuroscienze, psicologia ed è qui che comincia a immaginare un mondo di macchine pensanti in grado di regalare all'umanità la vita eterna. A fine secolo Kurzweil fa la sua previsione: l'IA avrebbe raggiunto l'intelligenza umana prima della fine degli anni '20 e la Singolarità sarebbe arrivata 15 anni dopo. Previsioni troppo ottimiste.
La teoria della velocità di fuga
La teoria di Kurzweil fa parte di un movimento più strutturato chiamato LEV, velocità di fuga della longevità. Il nome è preso in prestito dalla fisica (la velocità di fuga è la velocità minima che un corpo, senza alcuna successiva propulsione, deve avere per potersi allontanare indefinitamente da un campo di forze a cui è soggetto). I sostenitori della teoria prevedono che, in un futuro non troppo lontano, le persone saranno in grado di sfuggire alla forza debilitante della morte e vivere per sempre.
Per Ray Kurzweil "entro il 2029 le persone recupereranno un anno intero di longevità, e come se andassi indietro nel tempo e recuperassi un anno di vita". Secondo la teoria della Lev, quindi, l’invecchiamento è un processo evitabile. Attraverso la tecnologia e le cure è possibile estendere la durata della vita umana. I sostenitori infatti chiedono ai ricercatori di investire sul campo per contrastare l'invecchiamento biologico.
Cosa sta succedendo ora
Alla fine degli anni '90 la teoria di Kurzweil sembrava assurda. Poi verso gli anni '10 l'intelligenza artificiale ha cominciato a diventare sempre più performate, fino al lancio di ChatGPT. "La sua previsione ora non sembra più così sciocca. Le cose stanno accadendo molto più velocemente di quanto mi aspettassi", ha spiegato al New York Times Geoffrey Hinton, professore dell'Università di Toronto che ha contribuito a sviluppare la tecnologia delle reti neurali. Hinton è rimasto colpito dalla previsione di Kurzweil, "penso però che un mondo governato da uomini bianchi di 200 anni sarebbe un posto spaventoso".